Il Giornale di Alessandro Sallusti si sta ammorbidendo rispetto alla linea di intransigenza ultra berlusconiana? L’interrogativo nasce dalla lettura odierna del quotidiano milanese di via Negri. I toni barricaderi di critica serrata ad Angelino Alfano e agli alfaniani, accusati di tradimento lettiano da larghe intese, si stanno forse ridimensionando per lasciare spazio a una sorta di dibattito a più voci.
Così dopo l’intervista a Raffaele Fitto, il capo dei lealisti berlusconiani, il Giornale ospita oggi senza alcuna replica una lettera-intervento del ministro Gaetano Quagliariello, che ha gestito l’operazione alfaniana a sostegno delle larghe intese contro la tattica verdiniana di far cadere l’esecutivo con le dimissioni dei ministri in quota Pdl. Una tattica poi fallita e superata peraltro dalla capriola parlamentare di Silvio Berlusconi che, votando a sorpresa la fiducia, e rimangiandosi quindi l’intimazione a dimettersi ai ministri, si è guadagnato “un grande!” da parte del premier Enrico Letta.
Alla fine dell’intervento di Quaglieriello sul Giornale diretto da Alessandro Sallusti c’è una sorta di appello all’unità, sulla scia anche degli ultimi auspici dell’ex presidente del Consiglio e fondatore di Forza Italia e del Pdl: “MI auguro che questo confronto possa approdare a una nuova e autentica unità”, scrive Quagliariello.
Sallusti, stranamente, non si è concesso l’ultima parola.
Strategia morbida dopo la tattica virulenta? Si vedrà.