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Perché i berlusconiani si arrovellano

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo la nota politica di Marco Bertoncini apparsa sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Si torna indietro. Negli ultimi giorni il Pdl rivive divisioni, angosce, liti che sfiorarono la scissione. Di nuovo si tratta della sfiducia al governo, ancora una volta motivata con le forzature tassatorie di Enrico Letta & C., non più riferite all’Iva ma alla legge di stabilità. Dietro la motivazione di facciata c’è (e siamo alla ripetizione del già visto) la reazione psicologica, prima che politica, di Silvio Berlusconi. Non si possono fare accordi con i propri carnefici, è la sintesi del pensiero del Cav, ritornato a mettere in primo piano la propria decadenza da parlamentare collegata con l’insofferenza verso il Pd, di nuovo pronto a impallinarlo.

Quel che fa veramente specie è considerare che nulla di nuovo, in buona sostanza, si prospetta quanto a riflessioni politiche. Come un mese fa, come due settimane fa, se il Pdl decidesse (meglio: se il Cav imponesse al proprio partito) di affondare la nave governativa, nessuno scommetterebbe su urne immediate. Semmai, ricordando quanto il capo dello stato riafferma (da ultimo parlando ai cavalieri del lavoro), cioè l’urgenza di approvare la riforma elettorale, è scontato che si andrebbe a un governo a termine, di scopo, limitato, con il dichiarato obiettivo di sopprimere il porcellum. Che cosa ne ricaverebbe il centrodestra?

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