Skip to main content

L’impronta di Benedetto XVI sul Libano

La fine della visita pastorale di Benedetto XVI in Libano improntata a salvaguardare il dialogo tra le religioni secondo il Los Angeles Times, vede il leader hezbollah Hassan Nasrallah usare toni tutto sommato moderati nel chiedere ai musulmani libanesi di scendere in piazza contro il film anti islamico. Evidenti i rischi legati allo scontro interreligioso per il Libano. Scrive le Monde che il paese dei cedri, unico stato del mondo arabo ad avere alla testa delle proprie istituzioni un cristiano, è la nazione dove i cristiani patirebbero di più il crollo del vicino siriano.La tre giorni libanese del capo della chiesa cattolica non è però avvenuta nel segno della guerra civile di Damasco come molti temevano, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, ma in quello del film anti islamico, Innocenza del musulmani .Anche le Monde ritiene che il film spazzatura sul profeta dell’islam ha fatto si che il viaggio abbia simbolizzato la controproposta allo spirito di vendetta che avvolge la regione per esaltare quello del perdono.Di una road map papale ai cristiani d’oriente scrive le Figaro. Nella basilica di Notre-Dame de Harissa, Benedetto XVI ha riassunto in due frasi “ curare la purezza della fede” e “ritrovare l’essenziale” il senso dell’esortazione portata a tutte le chiese mediorientali. Senza dimenticare quanto l’apporto comune di ebrei, cristiani e musulmani abbia dato vita a una cultura tanto ricca come quella mediorientale.Il New York Times sottolinea l’implorazione fatta dal papa ai giovani cristiani libanesi affinché non abbandonino il paese e rinsaldino i legami con la gioventù musulmana.
La presenza di 300mila fedeli ha rafforzato l’appello alla pace in Siria che il pontefice ha rivolto a tutti gli stati arabi, notano Neue Zurcher Zeitung e Figaro. Un richiamo senza precedenti secondo il giornale francese a una nuova cooperazione islamo-cristiana valida per tutto il Medio oriente.La presenza al momento dell’arrivo a Beirut di Benedetto XVI di 18 leader religiosi in rappresentanza delle confessioni ufficialmente riconosciute dal paese, da lo spunto alla Frankfurter Allgemeine Zeitung per affrontare il tema dell’equilibrio libanese. Il giornale di Francoforte ricorda come la frattura mediorientale attraversi anche i cristiani di Beirut divisi tra movimento 14 marzo dominato dai sunniti e sostenuto da Arabia saudita, Usa e Ue, e la filo iraniana, alleanza 8 marzo, finanziata da Teheran e spalleggiata da Hezbollah.L´attribuzione di responsabilità politiche in funzione della confessione praticata tipica del Libano, può essere il modello della pace mediorientale?Si secondo Benedetto XVI e Michel Suleiman. Il leader della chiesa cattolica e il cristiano maronita alla testa dello stato libanese ritengono che Beirut rappresenti sia una soluzione esportabile in tutta la regione  informano le Monde e Figaro. Scarsa, l´attenzione della stampa russa all´avvenimento che si limita soprattutto alla cronaca. Mentre l´opinione pubblica tedesca mostra disincanto verso la costruzione continentale, in Germania continua il dibattito europeo.
Nella sua edizione domenicale la Faz intervista il  presidente della Commissione europea. Barroso afferma che i depositi europei devono essere tutelati ma questo non è un compito che debba spettare  ai cittadini tedeschi. Il portoghese ha sottolineato che la Bce sta agendo all´interno del mandato di “garantire l´integrità della politica monentaria” del continente. Anche il ministro delle finanze tedesco è intervistato dalla testata di Francoforte. Wolfgang Schauble , 70 anni martedì per lui, prende le distanze dal capo della Bundesbank, ricorda i rapporti con Helmut Kohl e parla dei propri progetti per il futuro.Sostegno a Weidmann arriva invece dall´ex giudice costituzionale Paul Kirchof.Jürgen Fitschen e Anshu Jain, nuovo duo alla testa di Deutsche Bank su Die Welt danno voce ai timori dei vertici dell´istituto tedesco. I due economisti ribadiscono la propria fiducia nell´euro ma ritengono che  la forte crescita dei prezzi al consumo sarà il “prezzo da pagare alla costruzione europea”. Sempre sulla Faz Thomas Mayer punta il dito contro la strategia del Fondo monetario internazionale di dare maggior potere alle banche centrali come via d’uscita dalla crisi.
 
Che l´Unione bancaria non sarebbe stata una passeggiata lo avevano previsto in tanti, ora però è le Figaro ad annunciare la doccia fredda e la difficoltà del compromesso su un progetto faro dell´Ue. Secondo il quotidiano francese, salvo Parigi nessuno è entusiasta del progetto.  Diagnosi condivisa anche dalla Neue Zurchere Zeitung. Irrealistico che il progetto possa giungere a conclusione il prossimo 1 gennaio afferma il giornale di Zurigo. La Germania e alcuni stati non-euro sono contrari. L´Unione bancaria sarebbe anche viziata da conflitto d´interessi insiste Nzz. Le persone che dovrebbero avere le responsabilità dei controlli bancari sono in maggioranza le stesse che decidono sulla politica monetaria.
 
Scontro sullo shale gas in Francia. Se il governo sotto pressione ecologista esita, Bernard Thibault, segretario del più forte sindacato transalpino, in una intervista afferma che non bisogna chiudere la porta alle ricerche e mette in guarda l´esecutivo da scelte viziate dallo spirito di coalizione. 
 
Nel giorno in cui Xi Jinping riappare in pubblico la Nzz cerca di risolvere il rebus del silenzio del “principe ereditario” comunista. Anche El Pais affronta il caso del leader cinese cercandi di capire i perchè della mancanza di spiegazioni da parte dell´esecutivo di Pechino.    
Secondo Spiegel Romney perde terreno. La svolta avviene a sette settimane dalle presidenziali Usa secondo il settimanale di Amburgo. Le gaffe a ripetizione fatte dal repubblicano stanno lasciando il segno afferma Spiegel.Marcia anti Putin sabato a Mosca. Per la Nezavisimaja Gazeta servono nuove parole d´ordine. Vedomosti paragona il deputato russo Gennadij Gudkov privato dello status di parlamentare a Morales e Ghandi.


×

Iscriviti alla newsletter