Credo che il gesto del Presidente Monti abbia voluto essere un invito a tutti coloro che credono in Scelta Civica ad assumersi le proprie responsabilità.
Sono mesi che si sente parlare da parte di alcuni di superamento di Scelta Civica, invece che di rafforzamento di Scelta Civica.
A fronte di convegni, dibattiti, dichiarazioni e pranzi ostentati, la maggioranza silenziosa del partito, quella che è salita in politica per creare qualcosa di nuovo, non per mescolare le carte dell’esistente, è stata fino a oggi sin troppo silente, nel nome di una nobile volontà di non esasperazione delle divisioni che però, alla lunga, rischia di sfociare nella meno nobile ricerca di mediazioni al ribasso e tatticismi personali.
Ora è arrivato il momento di dire le cose come stanno.
E il punto non è laici e cattolici, popolari e liberali, perché queste differenze sono semmai la forza di Scelta Civica.
Il punto, assolutamente trasversale rispetto alle precedenti categorie, è riformatori e galleggiatori, innovatori e calcolatori, persone che hanno qualcosa da dare e persone che sono solo alla ricerca di qualcosa da fare.
È su questo, non su altro, che la decisione choc del Presidente Monti vuole portare a confrontarci e contarci all’interno di Scelta Civica.
Perché, in un movimento politico nato per cambiare le cose partendo dalla capacità e dalla competenza di chi vi si impegna, quando, nonostante le perplessità evidenziate dai responsabili economici del partito, leggi un comunicato di dieci parlamentari che esprimono apprezzamento per una manovra molto complessa che gran parte di loro probabilmente ha per ora letto sì e no sui commenti dei giornali, al solo fine di lanciare segnali stile Prima repubblica di posizionamento politico interno, capisci che o dai una sterzata netta o non ha più senso andare avanti.
E la stragrande maggioranza di noi, auspicabilmente non più silenziosi, quella sterzata la vuole e quella sterzata darà già a partire dall’assemblea di martedì prossimo.