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Alitalia, la storia segreta

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento del direttore Pierluigi Magnaschi apparso sul quotidiano Italia Oggi. 

La patata bollente della crisi dell’Alitalia (che non si è ancora raffreddata adesso), fu, cinque anni fa, in mano a Romano Prodi, allora premier. Non fece in tempo a farla raffreddare (cioè, fuor di metafora, ad avviarla a soluzione) che Silvio Berlusconi salì, a sua volta, al governo e mandò subito a gambe all’aria, in nome dell’italianità, l’intesa che Prodi aveva praticamente raggiunto con Air France-Klm.

Il Cavaliere infatti aveva in testa una cordata italiana formata dai cosiddetti «capitani coraggiosi» che, a dire il vero, sono riusciti, in seguito, a combinare solo guai. Nel senso che sono riusciti a sprecare 5 miliardi di risorse pubbliche e a riconsegnare al sistema Italia un’Alitalia ancor più stremata di prima e che, per di più, oggi si cerca di rifilare ad Air France. Ma la compagnia francese adesso fa la schifiltosa e quindi pone delle umilianti condizioni capestro per poter assorbire l’Alitalia.

Pur non essendo anche Prodi entusiasta dell’assorbimento di Alitalia da parte di Air France, l’ex premier constata che, al momento, questa è l’unica soluzione che è realisticamente praticabile, soprattutto in tempi brevi, che vengono imposti dallo stato galoppante della crisi. Infatti, prima della decisione di effettuare l’aumento di capitale, l’Eni era disposto a fornire ad Alitalia il cherosene per far decollare gli aerei tricolori ancora per una sola settimana.

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