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L’happening di Renzi a Roma, tra autografi ed esodati

C´è tutto nel grande debutto romano da candidato delle primarie del Pd di Matteo Renzi. All´Auditorium della Conciliazione si registra il pienone. Tante facce “giovani” di under trenta e altrettante anziane di over 50 mentre la fascia intermedia, quella della generazione del sindaco rottamatore, latita. Si respira un´atmosfera da Roma nord tra i presenti ma si vedono anche i volti della crisi con alcuni lavoratori esodati presenti in sala che sul finale parleranno con il primo cittadino di Firenze.
 
Pochi i vip avvistati. Vediamo Chicco Testa che si defila a metà sala, il filosofo Corrado Ocone, tra i politici ovviamente non si vede l´élite del partito (gli organizzatori fanno notare: “E meno male”), tra i parlamentari i più internettiani Roberto Adinolfi e Andrea Sarubbi. Crea stupore l´arrivo di Fausto Raciti, “turco” segretario dei Giovani democratici, si nota la presenza dell´Assessore capitolino alla Famiglia Gigi De Palo, tenta un irruzione il disturbatore Paolini.
 
L´arrivo di Renzi è da star: stringe le mani, si lascia fotografare, sale sul palco e inizia un monologo ad effetto che durerà circa un´ora e mezza.
In divisa d´ordinanza, camicia bianca e cravatta scura, le parole d´ordine della campagna renziana sono futuro, Europa e merito. Non tratta temi d´attualità, nessun riferimento diretto al caso Lazio, solo “la politica non è la schifezza di Batman e dintorni”. Ai vecchi volti del Pd che tanto lo criticano rivolge queste parole: “Cambiare le facce non è un atto di maleducazione ma di chi ha a cuore la politica”, “tutti mi chiedono ´che farai se perdi, mai nessuno invece ´che farai se vinci´”.
 
Renzi declina meglio il suo concetto di “rottamazione” che può significare non solo mandare a casa la casta ma anche tentare di rovesciare i luoghi comuni. Uno dei punti più applauditi è quello in cui l´esponente del pd afferma che è arrivato il momento di “desacralizzare l´immagine della politica che abbiamo avuto fino ad oggi”. Ringrazia Bersani per il coraggio dimostrato nell´affrontare le primarie e gli consiglia di non avere paura di chi lo sfida in modo libero e aperto ma di chi trama nell´ombra del partito.
 
Cita Longanesi, don Lorenzo Milani, mostra video ironici come Troisi in “Non ci resta che piangere” e Maurizio Crozza impegnato nella sua imitazione ma conclude con un video strappa lacrime di Barack Obama. Già, il presidente americano sembra essere il grande ispiratore di Renzi. La sua notte romana sembra tratta da una convention dei democrats d´oltreoceano.
Ci sono il contatto con il pubblico, gli autografi, i video, il discorso studiato ad arte, l´”hope”, la speranza cara al presidente americano, il coinvolgimento diretto dei suoi ipotetici elettori: “Chi oggi non ha più alibi, siete voi”, il racconto personale della sua famiglia, dei suoi figli, il riferimento a tutti i figli perché “c´è anche chi non fa politica per un rimborso elettorale ma chi la fa per mantenere in vita le aspettative dei bambini”.
E ora di nuovo sul camper, prossima tappa Napoli.


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