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Semipresidenzialismo: Pasquino, prima si fa e meglio è

Il semipresidenzialismo che ha segnato il passaggio dalla IV alla V Repubblica francese con doppio turno prima si fa e meglio e’. Gianfranco Pasquino, uno dei massimi politologi italiani, da sempre di sinistra, per tre volte senatore della Repubblica, e’ dagli anni ’90 un coerente, accesso sostenitore del semipresidenzialismo alla francese. Grazie al semipresidenzialismo la Repubblica francese, nel passaggio dalla IV alla V Repubblica tra il 1956 e il 1958, e’ diventata “un sistema politico moderno, funzionante e molto efficace: non c’e’ ragione alcuna per cui l’Italia, adottando questo modello, non possa diventare un Paese meglio governato”. Purtroppo da noi vige lo slogan ‘la Costituzione non si tocca’, un po’ come ‘la scala mobile non si tocca’, pena la catastrofe. “Ma la Costituzione – replica Pasquino – chiarisce che solo una cosa non e’ modificabile: la forma repubblicana dello Stato. Tutto il resto e’ modificabile: il semipresidenzialismo non sovverte affatto i principi fondamentali definiti a suo tempo dai Padri Costituenti”. Tanto che nobili Padri Costituenti, come Piero Calamandrei e Riccardo Lombardi, Leo Valiani e Vittorio Foa, erano per la Repubblica presidenziale e non per la Repubblica parlamentare, voluta dai tre partiti di massa: Pci-Psi-Dc. “Ora tra le proposte dei saggi c’e’ anche il semipresidenzialismo: dovrei essere orgoglioso! Ma non lo sono per il pressapochismo ed un certa dose di ignoranza: le mie proposte sono note da tempo e molti le conoscono”, nota il politologo che non risparmia il fronte che inalbera lo slogan sacrale ‘La Costituzione non si tocca’. “E quali sarebbero le controproposte di merito? Nulla si dice in proposito! Come nulla si dice sulla revisione dell’art.7, il Concordato, ne’ sul conflitto d’interessi, ne’ sull’art 21 che va riscritto perche’ in tema di liberta’ di stampa non si contempla la televsione. Rodota’? Sin da quando era nella commissione Bozzi ripete le stesse cose: per lui non c’e’ nulla da cambiare, ma da attuare. Come se prima e seconda parte non fossero interconnesse. Prima si approda al semipresidenzialismo meglio e'”. Prima ci si toglie dal ‘bicamericalismo perfetto’, da Camera e Senato complementari, e dalle coalizioni multipartitiche che rendono difficile e problematico governare, soprattutto se non e’ chiaro chi e’ davvero il leader di quella coalizione. Nel caso francese e’ chiaro e c’e’ un mandato programmatico vero. Questo e’ un elemento di superiorita’ del semipresidenzialismo accompagnato dal maggioritario a doppio turno”. Un sistema che impone ai partiti un cambiamento e che al tempo stesso fa opera di bonifica dei tanti partitini che lucrano denaro pubblico: del resto fu nel passaggio dalla IV alla V Repubblica che in Francia si formo’ ad Epinay nel ’71 il grande partito socialista che arrivo’ poi con Francois Mitterand all’Eliseo!1971

 


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