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Ora pure la Renault chiede aiuti per l’auto

Rigore economico e crescita di instabilità e estremismo politico in Grecia e Spagna. Il tema affrontato direttamente dalla Süddeutsche Zeitung con un parallelismo tra l´aumento del numero dei partecipanti alle proteste e radicalizzazione delle manifestazioni è presente su gran parte dei quotidiani continentali. Le Monde presenta i video dei disordini che ad Atene hanno contestato le nuove misure di austerità decise dal governo ellenico. Il giornale francese sottolinea i pericoli della recessione in cui sta sprofondando Madrid, mentre El Pais attacca i metodi di una protesta irresponsabile e i prezzi che questa potrebbe far pagare al paese iberico. Il quotidiano critica anche i tagli preventivi alla cultura messi in atto dall´esecutivo di Madrid e di cui subiranno le conseguenze maggiori il mondo del cinema spagnolo e un museo del calibro del Prado. Se la Neue Zürcher Zeitung registra l´inquietudine della popolazione greca, le Figaro e Süddeutsche affrontano invece quello che il giornale francese chiama il sogno dell´ indipendenza catalana.Nzz e Süddeutsche tornano sul tema del nuovo buco di bilancio dei conti ellenici. Il giornale di Zurigo riporta quanto affermato del ministro delle finanze di Atene secondo cui il nuovo ammanco sarà saldato dai contribuenti del suo paese. La testata di Monaco registra invece il cambio di opinione tra i creditori internazionali che ora ritengono indispensabile lasciare Atene dentro la zona euro.
 
Non solo difficoltà finanziarie per l´euro zona. In una intervista al Figaro il patron della Renault chiede a stato, partner e parti sociali sforzi per permettere alla casa automobilistica francese di aumentare la competitività dei propri stabilimenti. Carlos Ghosn intende rivedere la strategia della propria azienda di fronte alla crisi europea del mercato a quattro ruote.Futuro roseo invece per l´industria manufatturiera americana che potrebbe registrare presto un nuovo apogeo di produzione industriale. Le Monde riprende uno studio realizzato dal Boston Consulting Group secondo cui  entro il 2020 gli Usa torneranno a essere uno dei paesi industrializzati più attrattivi in termini di costi di produzione
 
Il ritorno di Shinzo Abe alla guida del partito liberal democratico giapponese di Shinzo Abe è invece la notizia dominante gli avvenimenti globali. Per il New York Times la possibilità che il nazionalista nipponico potrebbe tornare a guidare il paese peggiora le prospettive della querelle in corso tra Tokio e Pechino sugli isolotti contestati. Le Monde sottolinea come l´avvicinarsi delle elezioni legislative anticipate di fine anno spinga la scena politica giapponese a cambiare i propri connotati. Per Figaro l´opposizione giapponese si è consegnata al più nazionalista e negazionista dei propri membri e visto l´impopolarità dell´attuale maggioranza è presumibile assumere che Shinzo Abe sia il prossimo primo ministro di Tokio. Più sfumato il giudizio, l´opposizione del Sol levante si è data una seconda chance, della Nezavisimaja Gazeta. Il Washington Post trova invece paradossale che in un momento cosi delicato nei rapporti con la Cina, l´attuale minoranza parlamentare giapponese, come proprio leader, abbia scelto un falco che in precedenza aveva fallito proprio per la sua intransigenza.Siria e questione palestinese in primo piano all´Onu in quello che Figaro ritiene essere stato l´annus horribilis delle Nazioni Unite. La Frankfurter Allgemeine Zeitung riporta la tesi del presidente egiziano per il quale la questione della patria palestinese è il problema centrale del Medio oriente. Il neo presidente egiziano, con un discorso valutato dal Los Angeles Times come l´antitesi di quanto detto il giorno prima da Obama, ha chiesto anche la preminenza dei valori religiosi nei confronti dei diritti individuali.Un passo questo su cui la Russia è all´avanguardia. Nezavisimaja Gazeta e Vedomosti scrivono infatti che dopo le proteste contro Putin messe in scena dal gruppo rock femminile Pussy Riot nella principale chiesa di Mosca, la Duma si attrezza a varare norme che puniscono le offese al sentimento religioso e i danni causati ai luoghi di culto con pene da 3 a 5 anni di prigione.    
 
Non si appiana la tensione politica in Georgia. A meno di una settimana dalle elezioni politiche è ora il clan al potere ad accusare di rapporti con la criminalità organizzata l´opposizione a Saakaschvili.
 
 
 
     


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