Le dichiarazioni del premier Mario Monti hanno acceso anche oggi forti polemiche. L’argomento, il lavoro, è sicuramente tra i più infiammabili nell’attuale contesto di recessione.
Monti infatti, intervenendo in una videoconferenza all´università Roma Tre, ha oggi dichiarato che alcune norme dello Statuto dei lavoratori hanno portato ad una “insufficiente creazione di posti di lavoro”. Alcune di esse infatti, secondo il premier, “pur ispirate all´intento nobile di difendere i lavoratori, hanno contribuito a determinare una insufficiente creazione di posti di lavoro”.
Monti ha quindi fatto notare che nella politica italiana, in passato “c´è stato uno scarto tra l´etica delle intenzioni e l´etica della responsabilità. Alcune decisioni importanti puntavano a fare bene ma spesso non sono state contraddistinte da pragmatismo”, ha concluso.
L’osservazione a riguardo del leader della Cgil, Susanna Camusso, non si è lasciata attendere. Camusso ha infatto sottolineato: “Abbiamo passato cinque mesi tra Palazzo Chigi e ministero del Welfare a discutere di questo e mi pare che tutto il mondo abbia dimostrato, compreso quello delle imprese, che quello non era il problema. Adesso – ha ammonito – non vorrei che qualcuno si reiventasse una logica contro i lavoratori, siccome non c´è un´idea su nulla. Mi pare che abbiano già fatto abbastanza contro i lavoratori”.
Per Camusso quello che si sta attuando è “il peggiore liberismo, quello che ha teorizzato che la disuguaglianza abbia fatto crescere il mondo. Sono quattro anni che il mondo – ha concluso – non sa come uscire dalla crisi determinata esattamente da quella logica lì”.
“Penso che quello che abbiamo fatto con le modifiche all´articolo 18 sia una buona premessa per creare più occupazione, più posti di lavoro. Lascio a Monti le sue dichiarazioni”. E’ quanto ha invece dichiarato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a margine del suo intervento per la presentazione del Rapporto del Csc, in merito alle affermazioni del premier Monti sullo Statuto dei lavoratori.
Fornero si è fatta dunque mediatrice tra premier e parti sociali, e questo tentativo di smorzare i toni sembra quanto di più necessario nei giorni appena successivi alla deposizione in Cassazione del quesito referendario per l’abrogazione dell’ultima riforma sul lavoro da parte dell’Idv e di Sel. In guerra aperta le strategie personali infatti cambiano. E´ la sopravvivenza agli attacchi a fuoco incrociato che diventa fondamentale.