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Chi bisticcia sulla legge di stabilità

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo la nota politica di Marco Bertoncini apparsa sul quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, Italia Oggi.

La legge di stabilità si è potuta leggere nella sua stesura ufficiale. Resta da capire come possa il consiglio dei ministri approvare un testo quando poi, senza alcun’altra seduta, ne arriva un altro, diverso, in parlamento. È un uso italico, ma mai come oggi si era assistito all’uscita di tante bozze, in un susseguirsi di problemi, incertezze, scontri.

Usuale è l’insoddisfazione. Però non si erano mai visti così palesemente dubbiosi gli stessi membri del governo, pronti a rimettere alle camere una riscrittura pressantemente richiesta da partiti, associazioni, sindacati, in primo luogo da vasti settori della stessa maggioranza.

Bisogna guardare con attenzione al Pdl. Il partito è divorato da una smodata voluttà di danneggiarsi. Falchi e colombe si sputtanano con impegno godurioso. Ovviamente la ex Finanziaria rappresenta, già di per sé, un’eccellente occasione di litigi. I lealisti possono con tranquillità accusare i governativi (e in prima persona gli stessi ministri) di aver tradito i patti elettorali, attese le sadiche innovazioni tassatorie, dalla casa ai bolli. A loro volta i governativi devono adoperarsi per cambiare il provvedimento, consapevoli che, così com’è, costituisce un eccellente e oggettivo pretesto per affondare la maggioranza.

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