La nascita e l’affermarsi degli Over the top (gli operatori che utilizzano Internet come un’unica piattaforma indifferenziata e costruiscono i propri servizi “al di sopra” della rete) rappresenta uno dei fenomeni sociali, economici e finanziari più importanti del dopoguerra. La dimensione globale di un mercato di utenti di Internet in continua crescita e un livello di costi di produzione e distribuzione drasticamente ridimensionato rispetto al passato, permettono ai principali Over the top di generare in tempi brevi ingenti flussi di cassa. Internet ha modificato strutturalmente e irreversibilmente le logiche dell’erogazione dei servizi di comunicazioni.
Prima del suo avvento i servizi di comunicazione elettronica potevano essere erogati solo agli utenti raggiunti dall’infrastruttura di proprietà dell’operatore di rete e ad ogni nuovo potenziale cliente erano quindi associati investimenti in termini di sviluppo e gestione delle infrastrutture di rete corrispondenti. Gli Over the top riescono invece a raggiungere con i loro servizi milioni di utilizzatori con investimenti incrementali pressoché nulli. Ma quali servizi offrono gli operatori Over the top? Possiamo individuare alcune categorie principali: motori di ricerca; distribuzione dei contenuti digitali e di software; commercio elettronico; servizi di comunicazione “virtuale”; social network […].
È interessante notare come i grandi Over the top stiano creando sistemi chiusi integrati verticalmente dal terminale ai sistemi operativi, alle infrastrutture It (Information technology), ai servizi, partendo dal proprio specifico business: Google, partendo dal motore di ricerca e dal suo modello di business basato sulla pubblicità, ha sviluppato un sistema integrato che include sistemi operativi, contenuti digitali, cloud e inizia a posizionarsi anche sui terminali. Il 96% dei suoi ricavi proviene dalla pubblicità. In pratica gli Over the top, che pure avevano costruito i propri servizi “al di sopra” della rete utilizzando Internet come un’unica piattaforma indifferenziata, stanno ricreando – in contraddizione con quella logica “riunificatrice” – il mondo chiuso dei monopoli degli operatori di rete che l’Internet delle origini aveva inteso superare. In che modo? Approfittando del fatto che, contrariamente a quel mondo, il quale aveva caratteristiche di interoperabilità e standardizzazione codificate da regolamenti internazionali, da leggi, ma anche dalla prassi dell’industria, il nuovo mondo di Internet è fatto di incomunicabilità tecnica e di vuoto normativo. In un certo senso, sta venendo meno l’essenza stessa di Internet, ovvero l’essere “la rete delle reti”.
All’interno del settore, tuttavia, si registrano alcuni movimenti che potrebbero portare a superare, o perlomeno a rimettere in discussione, i nuovi monopoli. La standardizzazione e la diffusione del nuovo linguaggio Html5 potrebbero di fatto aprire qualsiasi dispositivo, con qualsiasi sistema operativo, al mondo del web che ridiventerebbe così il contenitore naturale di contenuti e applicazioni. Il successo dell’iniziativa della Mozilla Foundation per un sistema operativo basato su browser e completamente open source (ossia di libera distribuzione, uso e sviluppo) potrebbe rimettere in discussione le posizioni consolidate dei fornitori di sistemi operativi. L’iniziativa di alcuni nuovi player, che propongono servizi mash-up e over-over-the-top in grado di aggiungere valore semplificando la complessità che si è venuta a creare. Esempi di questa linea di evoluzione sono i già citati fring (un’applicazione per smartphone che permette di gestire comunicazioni tra soggetti appartenenti a community diverse) e motori di ricerca che integrano i risultati di altri motori di ricerca. […] Gli operatori di comunicazione elettronica, conoscendo l’identità associata a una singola sim o a un singolo doppino telefonico, e dovendo autenticare l’utilizzatore al momento dell’accesso alla rete seguendolo durante eventuali spostamenti per garantire il servizio, sarebbero in grado di effettuare un’identificazione puntuale del cliente e di rilevarne il comportamento.
Tuttavia, considerata l’estrema delicatezza di questo tipo di dati, gli operatori sono vincolati per legge ad utilizzare tali informazioni al solo fine di erogare, garantire la qualità e addebitare correttamente il servizio richiesto. Devono seguire procedure estremamente rigide per la gestione e la conservazione dei dati raccolti e tutti coloro che accedono ai dati per ragioni di servizio o su ordine della magistratura sono sottoposti a controlli molto severi. Niente di tutto ciò avviene per gli Over the top che, al contrario, fanno uso delle informazioni di cui dispongono con vincoli normativi e limitazioni significativamente inferiori, rivendicando anzi il valore positivo – ai fini del servizio al cliente – di una conoscenza sempre più pervasiva dei suoi comportamenti. In questo contesto non può non costituire un elemento di riflessione il grado di “autolegittimazione” degli Over the top, in parte riconducibile a una proposta commerciale prorompente che li fa sentire “differenti” e quindi autorizzati a non sottostare e a non conformarsi alle regole. È come se gli Over the top, in virtù della gratuità dei loro servizi – o, meglio, in virtù del fatto che i loro servizi non comportano alcun esborso diretto aggiuntivo per il consumatore –, della “a-fisicità” e della “a-territorialità” di questi stessi servizi ritenessero di poter godere di una sorta di immunità o comunque di una minore responsabilità nei confronti di una serie di aspetti (normativa antitrust, normativa per la tutela del trattamento dei dati personali, normativa di tutela del consumatore) con i quali devono invece misurarsi quotidianamente le imprese del mondo fisico “tradizionale”.
Questo stato di cose presenta evidenti problemi almeno per due ordini di ragioni. Innanzitutto non è affatto vero che i servizi siano interamente gratuiti: pur non essendovi una corresponsione in denaro da parte del consumatore, quest’ultimo comunque “paga” i servizi on-line, sia attraverso la cessione di informazioni personali, sia attraverso l’esposizione a messaggi pubblicitari sempre più personalizzati. In secondo luogo, anche un servizio gratuito – se praticato da un’impresa in posizione dominante – deve rispettare i principi che ispirano la legislazione antitrust. Gli Over the top non possono essere esonerati dal rispetto delle leggi e dei principi generali che regolano qualsiasi attività economica. Risulta pertanto evidente che oggi ci troviamo in presenza di forti asimmetrie che provocano una manifesta distorsione della concorrenza.