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Soldi e strategie di Obama e Romney

L´aumento delle vendite al dettaglio Usa conforta le prospettive dell´economia statunitense alla vigilia del secondo dibattito televisivo tra Obama e Romney. Un duello meno formale del precedente, scrive il New York Times annunciando le domande del pubblico.Il nuovo confronto è un´occasione per analizzare le strategie dei pretendenti alla Casa Bianca. Il Los Angeles Times vede Romney ispirato al modello Reagan e alla visione neocon ma distanziandosi dagli aspetti più ideologici di quel momento.Il quotidiano californiano annuncia che le donazioni raccolte dal repubblicano hanno raggiunto i 170 milioni di dollari, cifra molto vicina a quella del suo avversario. Segno della tempesta pubblicitaria che colpirà il paese nelle prossime tre settimane. Il comportamento di bianchi e neri in una elezione che per la seconda volta potrebbe mandare un afroamericano alla testa della superpotenza globale, è passato al setaccio da Le Monde. La testata parigina cerca di smontare gli stereotipi di un voto nero tutto puntato verso il democratico mentre i bianchi si pronuncerebbero in massa per il repubblicano. Sopratutto il comportamento dei coloured sarebbe un incognita, scrive le Monde, visto che Obama non ha mai privilegiato questo gruppo sociale nelle sue scelte politiche.Pechino vota Obama? Lo sostiene sempre le Monde che vede nella politica commerciale e monetaria di Pechino una mano per la campagna elettorale del democratico.La nuova posizione del Fondo Monetario Internazionale è evidenziata dalla Neue Zurcher Zeitung. Secondo il quotidiano svizzero la messa in funzione del fondo europeo salva Stati, Mes, è un fatto. Ma i mercati ritengono ora importante lo spostamento Fmi dalle politiche di austerità a tutto tondo. El Pais sottolinea come la caduta del potere d´acquisto della moneta spagnola sia la peggiore da 27 anni.    La lista del secessionismo europeo vede una new entry. La Scozia ha deciso infatti che in autunno 2014 si svolgerà il referendum per decidere se il paese resterà nell´unione trecentenaria con Inghilterra, Galles e Irlanda del nord oppure dire si all´indipendenza. Secondo la Neue Zurcher Zeitung si tratta di una decisione che verrà presa con modalità decise insieme da Londra e Edinburgo. Di decisione storica parla le Monde sottolineando però la determinazione del premier britannico Cameron a mantenere gli scozzesi nel Regno Unito.
 
Scenario simile ma con qualche tensione in più in Belgio dopo le elezioni municipali di Antwepen, vinte da Bart de Wever. Il populista fiammingo chiede una riforma che divida in due le Fiandre facendo del paese una confederazione. Il primo ministro di Bruxelles minimizza le rivendicazioni della Nuova alleanza fiamminga, ma per la Faz saranno questi i temi della prossima campagna elettorale belga. Anche Figaro sottolinea come la vittoria di Bart de Wewer renda più verosimile il futuro confederale del Belgio. La Neue Zurcher Zeitung sotto il titolo, Il Belgio non è ancora perso, sottolinea il carattere locale del voto evidenziando le contraddizioni di De Wewer che invece punta a Bruxelles.Più cara del previsto la svolta energetica tedesca. Lo sottolineano Figaro e Nzz. I due quotidiani fanno presente che per il prossimo anno il paese vedrà aumentare del 50% i finanziamenti per le energie rinnovabili. Su chi si debba accollare i costi della nuova bolletta è battaglia in una Germania che inizia a preoccuparsi del boom dei prezzi immobiliari in corso nel paese. Secondo il Washington Post è la crisi euro a fomentare un fenomeno che potrebbe presto rivelarsi una bolla.    Europa alla battaglia delle sanzioni contro Iran e Siria. Il giro di vite verso il paese dei mullah annunciato dal New York Times è salutato dal Jerusalem Post. Il quotidiano ebraico una volta tanto non polemizza con le mosse Ue ma ne loda la  coerenza. Non senza conseguenze invece la durezza di Bruxelles verso Damasco. A Lussemburgo Ue e Russia si sono scontrati proprio sul dossier siriano, annunciano Figaro e Kommersant. A farne le spese potrebbe essere un aspetto del regime dei visti tra le due istituzioni, fa presente il Moscow Times.  Il Washington Post mette in evidenza l´importanza dell´Azerbaigian in una zona del mondo infestata dal fondamentalismo religioso e dal peso iraniano. Secondo il quotidiano è proprio la Baku secolare, para-occidentale e tollerante a rappresentare l´alternativa del modello religioso voluto da Teheran.


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