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Letta, Alfano e Renzi si divertono?

Quello di Enrico Letta e di Angelino Alfano si auto-definisce “governo del fare”. Mario Monti, sempre più stralunato, lo accusa invece di “disfare” le grandi opere risanatrici del suo passato ministero, in verità non distintosi per operosità condivisibili. Vittorio Feltri (e altri colleghi che non hanno lingua biforcuta) sostiene che, in realtà, il ministero Alfetta fa poco o nulla, tasse escluse. Matteo Renzi lo benedice, avvertendolo però che, in concreto, sarebbe meglio che lasciasse Palazzo Chigi, e il prima possibile, liberando il paese dalle larghe intese e reimboccando la strada di un superbipolarismo fragoroso, rivoluzionario, de sinistra, senza sconti e sotterfugi: altrimenti è destra allo stato brado. I grillini e i leghisti non vedono l’ora di disfarsi di un ministero molto ambizioso. Sel è sempre pronta a contrapporgli una maggioranza corsara che proceda per la tangente sulla via del più bieco giustizialismo e gettando a mare ogni più elementare norma di buonsenso iscrittta nei regolamenti parlamentari.

In realtà, oltre che incontrare i grandi della terra, parlare a Washington, Londra, Parigi, Berlino e Bruxelles per ricordarci che la stabilità è un bene irrinunciabile e che chi non condivide tale giudizio è un analfabeta della politica, Letta è davvero sicuro di durare sino a tutto il 2015: ma per “fare” che? Sulla legge elettorale è neutrale, e non sbaglia a non confondersi con gli estremisti; sa, però, che nel 2014 le europee si svolgeranno con la proporzionale e che su questo punto fermo non esiste alcuna deroga che possa dare ragione ai bipolaristi intransigenti del Pd e del Pdl-Forza Italia. Letta è convintamente favorevole al partito popolare europeo? La grandissima maggioranza del Pd, così com’è, non ha nemmeno il coraggio (ad eccezione di Pittella, candidato marginale nelle primarie) di pronunciarsi a favore della socialdemocrazia.

Renzi sembra il Pierino che vuole tutto, il contrario di tutto, e lo vuole fortemente subito: per recuperare a sinistra, riprendendosi voti passati ai grillini, e sfondare anche nel campo di Agramante-Berlusconi, dove questi non sta certo lì fermo ad attendere di essere infrecciato come San Sebastiano. Si riferiva a questo il Letta parigino quando accennava ai politici italiani che “si divertono” senza accorgersi che stanno ballando sulle onde di un mare in tempesta?



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