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Cari Casini, Giannino e Renzi, vi scrivo per vincere

Il cosiddetto “polo dei liberali” è senza dubbio al centro dell’attuale dibattito politico. Sui social network, da Facebook a Twitter in particolare, si succedono con incredibile frequenza i proclami, gli annunci e le dichiarazione seguite spesso da smentite degli esponenti dei vari movimenti, organizzati e no.
 
Confesso che, sebbene coinvolto quotidianamente nel dibattito “virtuale” per il mio oramai noto impegno nella fondazione Italia Futura, mi è difficile affermare, in tutta sicurezza, di conoscere tutti i gruppi, movimenti, partiti nuovi e vecchi che si inseriscono, o tentano di inserirsi in tale raggruppamento. Mi limito quindi ad alcune considerazioni su quelli che si sono avvicinati, affiancati e a volte, devo dire, hanno anche tentato di sovrapporsi all’idea originale di Montezemolo lanciata nel 2009, Fermare il declino e Zero+. Mi perdonino gli altri, avremo modo sicuramente di tornarci in futuro.
 
Il primo è il manifesto lanciato nello scorso luglio da Oscar Giannino, Fermare il declino. Il nome è orribile, diciamolo. Meglio sarebbe stato… Avviamo la ripresa. Ma queste sono ovviamente valutazioni soggettive. Tra i primi firmatari ci sono anche alcuni dirigenti di Italia Futura. Della cosa francamente ero rimasto sorpreso, soprattutto dopo che, avendo letto il loro manifesto (concentrato giustamente sui temi economici) non ravvisavo divergenze sostanziali che pregiudicassero… l’adesione immediata e diretta di Giannino & C. a Italia Futura. Fermare il declino in questi mesi ha poi dato il via a una serie di iniziative. I loro promotori hanno altresì provato a inserirsi addirittura negli organigrammi di Italia Futura, certamente non con la dovuta attenzione e, mi perdonino, garbo. Si sono lanciati nelle organizzazioni territoriali di Italia Futura, a volte senza chiedere il permesso, consapevoli del gran lavoro svolto nel radicamento territoriale dai volontari dell’associazione di Montezemolo. Senza entrare nel dettaglio, ciò che a mio avviso ci differenzia maggiormente è la disponibilità al dialogo e al confronto, al sereno dibattito anche con chi, pur esercitando attività politica, non si è reso complice del disastro del Paese, al desiderio di andare oltre gli schemi della vecchia politica, trasversalmente. Tutto ciò era ed è una pregiudiziale nell’approccio degli esponenti di Fid, in particolare nei vari interventi e commenti di Michele Boldrin. Giannino, da uomo intelligente e capace, lo ha capito ed alcuni giorni fa, in un suo articolo, “richiama” i suoi e paventa il pericolo insito nel desiderio di rappresentarsi come dei novelli Napoleone, quando in una campagna elettorale servono numeri e risorse, anche economiche: il rischio è quello di risvegliarsi Don Chisciotte.
 
Con l’amico Piercamillo Falasca, promotore di Zero+, abbiamo avuto modo di confrontarci più volte, anche su Formiche.net che gentilmente mi ospita di tanto in tanto. E’ sempre stato un dibattito sereno, direi costruttivo nell’obiettivo di amalgamare le diverse anime che, pur riconoscendosi in quel polo liberale, presentano ovviamente diverse sfaccettature dovute a origini diverse. Riconosco il merito agli amici di Zero+ di un modello aperto, una strategia che personalmente condivido e approvo.
 
Infine, last but not least, i vecchi/nuovi partiti della cosiddetta Seconda Repubblica, dall’Udc di Casini al Pdl (?) di chi non saprei dire, all’anima liberal del Pd. Ai primi due suggerisco un cambiamento profondo, una pulizia interna e, perché no, un atto concreto di modestia e consapevolezza da parte dei leaders (che ho già visto in progress da Casini) che li ponga come partecipi e non protagonisti assoluti nel polo. Berlusconi? Lo ha dichiarato più volte: è disponibile anche a non candidarsi alle elezioni 2013 pur di non cedere il Paese alla sinistra statalista. Non chiediamogli altro e diamogli “amichevolmente” una mano a ritirarsi a vita privata. In fondo, i principi ed i contenuti coincidono.
 
Dimenticavo Renzi. L’ambizione e l’empatia non bastano: superato. Chi, nel polo liberale, moderato e riformista ha continuato ad ammiccare col guascone toscano dopo che questo ultimo non ha avuto il coraggio di “salutare” un’area che non è la sua, menando il camper per l’aia alla ricerca di soddisfazioni personali, ha commesso un autogol micidiale.
 
Dialogo, confronto e una buona dose di sano realismo. In questo modo, il polo dei liberali e riformisti “rischia” di sorprendere tutti alle elezioni 2013, lasciando la sinistra di Bersani e Vendola alla sua principale occupazione: pettinare le bambole e smacchiare i giaguari.
 
Romano Perissinotto
Socio fondatore del Comitato promotore di IF Lombardia e consigliere nel direttivo

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