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Le mille e una giravolta della multiforme Polverini

Che il suo futuro fosse politico non c’erano dubbi. I manifesti con cui aveva tappezzato Roma, all’indomani dall’annuncio delle sue dimissioni da governatrice della Regione Lazio, lasciavano poco spazio alle interpretazioni.
E per chi ancora non l’avesse capito, oggi Renata Polverini lo chiarisce di nuovo in un’intervista all’edizione romana del Corriere della Sera. Non si ricandiderà alla Regione perché “non sarebbe giusto” ma annuncia il suo impegno “per costruire un´area di moderati che si trovi in alcuni valori, in una politica meno urlata, più rispettosa degli avversari, dove servono anche volti nuovi”.
Alla domanda se l´identikit corrisponda al partito di Casini, Polverini risponde: ” E´ l´identikit di quelle persone che vorrebbero un Monti-bis e considerano positiva quella esperienza”.
 
Così, dopo un passato ormai lontano da sindacalista, e uno più recente in gran parte da dimenticare alla guida della Pisana per il Pdl, ecco alle porte il domani centrista di Renata.
Del resto, c’erano stati alcuni segni premonitori ad anticiparlo. La presenza dell’allora governatrice al raduno nazionale dell’Udc di Chianciano Terme a settembre non era passata inosservata. E il forcing di Pier Ferdinando Casini, decisivo per la scelta finale di dimettersi della Polverini, era stata accolto dalla stessa senza batter di ciglio. Perché?, si erano chiesti in molti. Ora la risposta è arrivata.
 
E chissà che per fare centro con l’Udc la Polverini non rispolveri la sua strategia televisiva con le ospitate a Ballarò che hanno contribuito al suo successo per la conquista della Regione Lazio e che sono state riproposte nella trasmissione di due settimane fa. La sua foga nel difendersi dalle macchie del passato nascondevano la sua volontà di affrontare senza macchie il suo futuro. La nuova battaglia di Renata è iniziata. O forse non si è mai fermata.


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