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Tutti i dubbi dei soci di Bae sulla fusione con Eads

L’opposizione degli azionisti della britannica Bae Systems alla fusione con la società di difesa franco-tedesca Eads sta diventando sempre più consistente, ed è probabile che Bae necessiti del 75% degli azionisti della società per sostenere il deal con il gruppo Eads. Più del 30% degli investitori hanno espresso preoccupazione riguardo al deal con Eads, dopo il coming out di Invesco Perpetual, che detiene una quota del 13% in Bae.
 
Ci si aspetta che l´incontro di oggi tra ministri della Difesa della Nato sia cruciale per decidere la proroga della deadline stabilita dal Takeover Panel della Gran Bretagna.
 
Il governo socialista in Francia potrebbe essere più favorevole alla creazione di un colosso della Difesa europeo rispetto al suo predecessore conservatore, e la Gran Bretagna ha forti interessi ad aumentare la sua influenza in Airbus.
 
Ma, secondo il Financial Times, bisogna anche considerare le poche sinergie nella riduzione dei costi, lo scetticismo sulla quantità di valore aggiunto che il nuovo gruppo apporterebbe rispetto alla situazione attuale di Eads e Bae considerate singolarmente, e le eccessive intromissioni governative nel deal.
 
Se l’obiettivo del merger tra Eads e Bae è la creazione di una società che somigli a Boeing, il nuovo gruppo potrebbe riuscirci senza problemi. Ma si tratta di una buona idea? Boeing è stata acquistata da McDonnell Douglas nel 1997 e sembra che stia funzionando. Ma il modello Boeing è il prodotto del consolidamento della difesa e dell’aerospazio degli anni Novanta ed è arrivata agli inizi di un boom nelle spese militari. Una fusione tra Bae e Eads sarebbe un’operazione più eterogenea, partirebbe all’inizio del crollo delle spese militari e potrebbe non produrre guadagni simili.
 
Le capitalizzazioni di mercato delle due società si sono gradualmente mosse in favore di Eads negli ultimi anni. Con il rapporto 60/40, Eads riceverebbe meno della nuova società di quanto richiede il mercato. Solo sinergie considerevoli possono creare valore aggiunto per gli azionisti di Eads.
 
Secondo il Financial Times, la realtà è infatti che Eads vuole unirsi a Bae non perché questa sia la scelta giusta per la sua strategia negli Usa ma perché è l’unica opzione, considerando che il dipartimento della Difesa Usa ha avvisato che non vuole fusioni o acquisizioni tra i suoi top contractors, e che un merger transatlantico sarebbe ancora più complicato di uno oltre-Manica.
 
Il problema per Bae sono i tagli nelle spese militari sia negli Usa che in Europa. L’andamento recente e l’outlook per le consegne di Airbus, d’altro canto, sembrano robuste. Ma gli shock economici possono far saltare improvvisamente gli ordini.

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