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E il liberista Marchionne diventò statalista

Contrordine compagni. Basta stimmatizzare il manager che voleva schiavizzare gli operai, riducendo le pause per la mensa, aumentando i carichi di lavoro e tagliando diritti fondamentali e finanche costituzionali.
 
Contrordine compagni. L’amerikano liberista Sergio Marchionne è tornato ad essere quel socialdemocratico, come disse Fausto Bertinotti anni fa, che pranza con gli operai alla mensa aziendale e condivide gioie e dolori dei suoi dipendenti.
Contrordine compagni. Altro che liberismo selvaggio teorizzato e praticato dall’amministratore delegato della Fiat. Marchionne è l’anti liberista per antonomia. Leggere per credere.
 
Ieri il capo azienda del Lingotto, a proposito di Europa, ha voluto chiarire la sua posizione sul mercato (libero) dell´auto e le politiche del Vecchio Continente: “L´Unione europea deve smettere di firmare accordi di libero scambio”, almeno per ora, ha detto a Bruxelles, aggiungendo che “non è il momento di abbracciare questo tipo di politiche”.
 
Vade retro liberismo, perbacco. Non proprio una novità, peraltro. Marchionne da anni critica gli accordi firmati dall’Unione europea, con il sì in particolare dei tedeschi, che di fatto hanno incrementato l’importazione di auto dall’Asia. Per non parlare delle richieste esplicite di avere agevolazioni a livello europeo per ridurre la capacità produttiva e quindi chiudere impianti. Senza dimenticare i milioni di euro incassati dalla Casa torinese per realizzare auto elettriche mai prodotte.
 
Al contrordine compagni non si accodano tutti gli ex o post comunisti. Ecco quello che dice Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci: “Oltre che insopportabile, è indecente che uno come Marchionne, che ha fatto carne da macello dei diritti dei lavoratori, si lamenti di eccessivo liberismo. Lo racconti ai lavoratori che hanno perso il lavoro proprio grazie alle sue ´innovazioni´”. Licandro chiude con un interrogativo beffardo: “Forse anche Marchionne comincia a temere per il suo posto di lavoro?”.


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