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Dalla Siria con furore

Giorno dopo giorno il conflitto di Damasco raggiunge livelli sempre più alti. Poche settimane fa cinque civili turchi sono rimasti vittime di una granata siriana. Da allora le forze armate anatoliche sono in stato di pronto intervento. La guerra civile siriana perso il carattere di avvenimento nazionale per diventare conflitto regionale ora sembra uscire anche da questa dimensione per acquistare quella di focolaio di tensioni internazionali. Non fosse altro perché Ankara fa parte della Nato.
L’affare del velivolo costretto a scendere a terra rivela quanto i dirigenti anatolici siano disposti a rischiare pur di bloccare i rifornimenti ad Assad. Preventivando l’ulteriore peggioramento dei rapporti col Cremlino. In precedenza però Ankara non ha potuto usare tutti i canali cui disponeva verso il clan alawita al potere anche per l’opposizione iraniana.
Russia, Turchia, Iran. Tre potenze emergenti le cui relazioni hanno sempre avuto l’apparenza del buon vicinato. In realtà un labirinto di convivenza e cooperazione da far perdere la testa agli osservatori. Ma con punti in comune. Mosca, Teheran e Ankara privilegiano stabilità regionale e status-quo nei conflitti locali. E desiderano la soluzione diplomatica del nucleare iraniano. Convergenze tipiche di potenze che per crescere hanno bisogno di sostenersi a vicenda. Sullo sfondo di paradossi strategici.
Ankara vuole continuare a essere alleata degli Usa ma pretende maggiore autonomia di azione. Teheran contesta l’ordine internazionale. La Russia sta tornando nella sua tradizionale triarchia: nazionalismo, autocrazia – in linea con la modernità però – ortodossia. Tutte agiscono e pensano in termini di sfere di influenza su tre teatri: Medio oriente, Caucaso, Asia centrale.
Uno scenario scomposto non solo dalla guerra in Siria. Se a Damasco Russia e Iran appoggiano Assad, mentre la Turchia ne vuole la fine, nel Caucaso il panturchismo di Ankara agita russi e iraniani e in Asia centrale il radicalismo islamico spinge Mosca a garantirsi con alleanze che durano finché resistono le elite nate e formatesi durante l’Urss. Se la Siria sprofondasse nel caos di una transizione violenta e non gestita, cambierebbero i connotati anche di Medio oriente, Caucaso e Asia centrale. In questo caso anche Israele vorrebbe dire la sua.
 
 
Il primo e unico dibattito televisivo tra i candidati alla vice presidenza Usa è stato segnato da un inusitato livello di scontro tra il democratico Joe Biden e il repubblicano Paul Ryan. E´ il Washington Post a dare i maggiori resoconti e fornire le prime analisi di un duro duello tra secondi che se ha visto il vice presidente in carica comportarsi esattamente al contrario di quanto fatto dal proprio leader nello scontro di Denver, non è riuscito a emettere un chiaro verdetto riguardo il vincitore del duello televisivo.    
 
L´aviazione militare turca che intercetta e costringe al suolo un aereo di linea siriano proveniente da Mosca e diretto a Damasco, non solo acuisce la crisi tra Turchia e Siria, ma complica seriamente i rapporti russo-turchi.Lo scrive il Kommersant sottolineando anche le affermazioni venute dal premier Erdogan secondo cui nel cargo vi era materiale di comunicazione militare e componenti missilistici “offensivi” destinati al regime di Bashar al Assad. Il significato nei rapporti tra i due paesi del rinvio del viaggio di Putin in Turchia è analizzato da media e analisti russi. Respinte a stretto giro di posta da Vladimir Putin, le accuse del primo ministro anatolico presenti anche sul Guardian, sarebbero un avvertimento a Mosca secondo le Figaro.La Suddeutsche Zeitung ritiene che il costringere a terra un aereo siriano proveniente dalla capitale russa sia stato possibile solo in quanto le autorità della sicurezza turche possedevano informazioni certe sul carico del velivolo che trasportava personale civile.Che ieri nello spazio aereo turco non sia stata solo la crisi mediorientale a fare un salto di qualità, lo notano anche Neue Zurcher Zeitung e Frankfurter Allegemeine. Il quotidiano di Zurigo mette in evidenza lo stato di allerta delle forze armate di Ankara, mentre la Faz sottolinea la comune e nervosa reazione di Damasco e Mosca alle accuse turche. Che da oggi la Federazione russa sia più profondamente coinvolta nelle tensioni mediorientali ne è convinto anche il Washington Post. Tensioni che hanno il cuore nella guerra civile siriana analizzata dal Guardian secondo un who´s who tra amici e nemici di Damasco.I cinquant´anni del Concilio, i principali apporti venuti alla società dall´assise cattolica voluta da Giovanni XXII e l´avvenire della chiesa di Roma occupano le pagine di le Monde che sottolinea anche la “lunga introspezione” di vescovi radunatisi a Roma da tutto mondo per capire il fenomeno della decristianizzazione e secolarizzazione estrema delle società contemporanee.L´anniversario del Concilio e le riflessioni di Benedetto XVI sono sottolineate anche dalla stampa tedesca. La Faz presenta le parole del Papa dedicate al ritorno ai principi decisi dal Concilio. Sullo stesso argomento si concentra la Nzz con la cronaca della messa celebrata dal pontefice in Piazza San Pietro. Secondo la Suddeutsche Zeitung invece Benedetto XVI, aprendo l´anno della fede, avrebbe affrontato quelle che il pontefice ritiene mancanze del Concilio e le questioni cui l´assise cattolica non è riuscita a dare soluzioni.La cronaca del mancato affare tra Eads e Bae viene ricostruita passo dopo passo da le Monde. Lo stesso quotidiano attacca quello che crede essere il “provincialismo di Angela Merkel“, il vero personaggio, secondo le Monde, su cui si è fermata una fusione  ormai accettata dai gruppi presenti dentro le aziende. Le Figaro invece mette in evidenza gli interrogativi di Londra sul futuro Bae. Secondo il quotidiano francese, se l´establishment britannico teme che ora l´azienda sia tentata di nuovo dalla marcia solitaria , i sindacati si preoccupano della possibile perdita di posti di lavoro. Il futuro è incerto però anche per Eads e soprattutto per il suo capo, Tom Enders, che col progetto cercava di costruire per la nuova azienda rapporti di forza tali da metterla a livelli pari agli Stati.Stessi i problemi affrontati dalla tedesca Welt che si concentra sulla strategia Eads, alla prova del fuoco secondo il quotidiano. La testata di Amburgo sfiora anche le conseguenze per l´Italia e soprattutto per Finmeccanica che potrebbe avvantaggiarsi dal fallimento Eads-Bae. La Welt cerca anche di analizzare le mosse di Tom Enders, il manager stritolato dalla camicia di forza franco-tedesca afferma il quotidiano. Accuse verso l´esecutivo di Berlino arrivano invece da Karl-Theodor zu Guttenberg. Secondo l´ex ministro della difesa tedesco la Germania, boicottando la megafusione, avrebbe commesso un errore storico e potrebbe a breve trovarsi isolata.El Pais mette in prima pagina le divergenze di opionione tra Berlino e il Fondo monetario internazionale sulla strategia da seguire per uscire dalla crisi europea. Austerità si, austerità no. Qui sta la differenza tra l´istituto di Washington e del suo leader Christine Lagarde che vorrebbe concendere più tempo ai paesi sotto tiro e la rigidità dei duri della Bundesbank  in una lite che vede il proprio focus in futuro e strategie economiche di Madrid e Atene. 
 
Parigi è ritornata tra le prime quattro città del mondo per attrattività e qualità della vita. Lo sottolinea con orgoglio le Figaro.
       


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