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Così l’America discute di difesa (anche in prima serata)

La parola “sequestration” è presente nei discorsi più caldi delle ultime ore nella campagna elettorale statunitense. In senso tradizionale, il termine significa la presa in custodia di una proprietà e si riferisce all’ambito giuridico. Ma l’idea è stata adattata dal Congresso americano per spiegare il meccanismo dei tagli automatici alla spesa pubblica se non si raggiungono alcuni obiettivi. Era l’unico modo per salvare gli Stati Uniti dal default l’anno scorso: in questo modo il Tesoro prende “sotto sequestro il denaro della differenza tra il tetto massimo fissato nella risoluzione di bilancio e l’importo effettivo”, come spiega il dizionario di politica economica della Auburn University.
 
Il sito The Christian Science Monitor sostiene che la spesa pubblica è stata ridotta di un bilione di dollari per il prossimo decennio e si è imposta la responsabilità di trovare altri soldi. L’accordo dei tagli automatici della sequestration è stato approvata da Democratici e Repubblicani al Congresso nell’agosto del 2011, come una via per raggiungere un compromesso tra l’aumento del tetto del debito del Paese e come una misura di pressione per costringere il legislatore ad accordarsi sul nuovo piano fiscale a lungo periodo.
 
L’ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca ha prospettato il recupero di 109 miliardi dollari in tagli alla spesa per il 2013 nei seguenti settori: 55 miliardi di dollari (dal 9,4 a 10%, a seconda di come si ricevono li stanziamenti) dai programmi di difesa; 11 miliardi (il 2%) dai pagamenti ai fornitori del programma di assicurazione di Medicare e 43 miliardi di dollari (dal 7,6 al 8,2%) alle spese dei servizi educativi, riabilitazione e disabilità.
 
Difesa, l’epicentro della campagna elettorale
 
Le polemiche che aveva generato la mossa fiscale all’epoca si erano placate. Ma i Repubblicani sono tornati alla carica con pesanti accuse contro l’amministrazione di Barack Obama di minare la sicurezza nazionale. “Il mondo non è un luogo sicuro. Continuano ad esserci problemi pericolosi. L’idea di tagliare il nostro compromesso militare con un bilione di dollari in questa decade è devastante.
 
Quando arriverò ad essere presidente degli Stati Uniti fermeremmo questo piano. Non ridurrò il nostro compromesso con le forze militari”, ha detto il candidato Mitt Romney durante un intervento alla American Legion lo scorso primo ottobre. Romney ha dato anche rivestito di un tono intimista e umano la questione dei tagli per il sostegno dei veterani e i militari con traumi post-bellici. Mentre Obama cerca di fare a meno di prendersi cura, lui resterà vicino a loro. Secondo Romney, la sequestration è un’opportunità forzata che impedirà al Congresso di esercitare adeguatamente il suo impegno. E la guida del presidente americano sarà persa di vista.
 
L’argomento è emerso all’inizio del dibattito tra Joe Biden e Paul Ryan. Il New York Times ha scritto che il candidato repubblicano è partito accusando l’amministrazione Obama di avere impiegato troppo tempo nell’accettare che l’attacco all’ambasciata americana in Libia era stato programmato. “Siamo sempre per la pace ma non dobbiamo tagliare i fondi per la difesa”, ha detto Ryan. L’attuale vicepresidente Biden, invece, ha ricordato che è stata la Camera di rappresentanti del Congresso, dominata dai Repubblicani, ad approvare il programma di fondi per l’ambasciata. E che non c’era mai stata una richiesta da parte della rappresentanza diplomatica in Libia di avere maggiore protezione. Il dibattito, inevitabilmente, è passato al tema fiscale ed economico.
 
In un rapporto di aggiornamento, la Casa Bianca ha già informato che i tagli della sequestration del prossimo anno avranno effetti sulla sicurezza nazionale, gli investimenti e le funzioni centrali del governo, secondo quanto ha riportato il Washington Post. E che l’amministrazione del presidente Obama non appoggia questi “tagli indiscriminati”, che credevano non dovevano essere messi in atto.
 
Al di là dei risultati delle elezioni presidenziali, Repubblicani e Democratici (che hanno devono mettersi d’accordo per una riforma del piano di riduzione e così evitare che il 2 gennaio del 2014 sia applicato il programma sequestration per 1,2 bilioni di dollari tra il 2013 e il 2021. In caso contrario, il Paese sarà costretto ad affrontare una nuova e più profonda crisi.


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