Negli ultimi trent’anni le nostre vite sono state trasformate dai personal computer, da Internet, dagli smart phone e oggi dal cloud computing. Nei prossimi trent’anni potremmo vedere le nostre vite trasformate dalle tecnologie energetiche. Il mercato energetico del futuro potrà essere irriconoscibile agli uomini di oggi: sarà più intelligente, più efficiente, più bilanciato, più flessibile e meno inquinante di quello che conosciamo. In futuro i consumatori potranno essere in grado di controllare la produzione e l’uso di energia nello stesso modo in cui oggi programmano l’utilizzo di televisione, telefoni e perfino automobili.
Per raggiungere questo traguardo ci vuole ricerca: una ricerca che si raccordi con le politiche pubbliche e con i mercati, e che soddisfi tanto le domande sociali emergenti quanto i desideri dei singoli. La Commissione europea punta a creare le condizioni migliori per generare la stabilità, la certezza e la sicurezza di cui ricercatori e investitori hanno bisogno. Un quadro di politiche energetiche stabile e di lungo periodo è necessario oggi più che mai, soprattutto considerando gli shock causati nel mondo dell’energia da eventi quali Fukushima, le rivolte in Nord Africa e il boom dello shale gas negli Stati Uniti. La stabilità cui faccio riferimento, e che l’Europa intende fornire, è importante non solo per i ricercatori: anche quando parliamo di nuovi progetti, tecnologie e infrastrutture innovative, un contesto politico instabile allontana gli investitori. E oggi abbiamo bisogno più che mai di grandi investimenti per rinnovare infrastrutture obsolete ed espandere le nostre reti. Sicurezza energetica e tecnologie energetiche pulite sono due facce della stessa medaglia.
Strategia 2020 e Roadmap 2050
Nell’ottica di garantire questi due obiettivi, la Commissione europea ha lanciato la Strategia 2020. Ma poiché i progetti energetici hanno bisogno di prospettive che traguardino il medio periodo, la stessa Commissione ha voluto fornire un quadro più ampio con la Roadmap 2050. Sia per il 2020 sia per il 2050 saranno necessari livelli di innovazione e di investimento – nonché cambiamenti economici, sociali e geopolitici – senza precedenti. Il sistema energetico del Vecchio continente si trova infatti di fronte a una sfida epocale. Costruito ancora nella seconda metà del xx secolo attorno ai combustibili fossili, orientato all’espansione dei consumi più che all’efficienza, e progettato per servire mercati nazionali con risorse locali, quel sistema deve ora ripensarsi radicalmente. Ecco dove interviene la Roadmap 2050. Essa traccia alcune traiettorie di cambiamento, partendo da una considerazione semplice, ma non scontata: solo agendo e collaborando a livello europeo, in un’ottica di mercato integrato, potremo avere le economie di scala necessarie per sviluppare tecnologie low carbon e raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione previsti (almeno -80% di emissioni di gas serra per il 2050).
Centrale in questa epocale transizione è da una parte l’incentivazione di nuovi prodotti e nuove tecnologie, dall’altra la dimensione delle infrastrutture.
Nuovi prodotti e nuove strategie
Sul primo aspetto, possiamo già raccontare alcuni importanti successi: l’eolico on-shore e il fotovoltaico stanno guadagnando rapidamente competitività; un Paese come l’Italia sta rapidamente diventando un attore fondamentale nel mercato internazionale delle rinnovabili (l’obiettivo vincolante del 17% da fonti rinnovabili entro il 2020 sarà facilmente raggiunto e probabilmente superato dal Paese); progetti comuni come Desertec nel Mediterraneo, Helios in Grecia e quelli in corso nel Mare del nord stimolano il potenziale del settore, accrescendo la cooperazione tra Stati membri e tra Europa e vicinato. La Comunicazione della Commissione sull’energia rinnovabile dà infine indicazioni forti per una convergenza dei sistemi di incentivi nazionali e per un aumento della cooperazione nel settore, due passaggi-chiave per lo sviluppo di prodotti e soluzioni competitive e a basso costo. Ma l’Europa ha fatto di più. Ha individuato nelle città quei catalizzatori attorno a cui si potrà riarticolare un mercato energetico low carbon efficiente, a partire da tecnologie-chiave del nuovo sistema (auto elettriche, reti intelligenti, cogenerazione efficiente) che avranno appunto nelle città intelligenti (smart cities) i loro grandi laboratori a cielo aperto.
Infrastrutture
Sul piano delle infrastrutture, la Roadmap ci dice che la sicurezza energetica del futuro dipenderà da reti più flessibili, interconnesse e intelligenti, in grado di far sì che anche i consumatori siano produttori e che i piccoli operatori competano con le multinazionali, in un mercato non più nazionale ma europeo, e in cui potranno essere necessarie nuove sinergie tra energia e tecnologie Ict. Perché tutto questo si realizzi, le decisioni di politica infrastrutturale che prendiamo oggi saranno decisive per i decenni a venire: per l’energia del futuro ci vogliono infrastrutture del futuro, se non vogliamo rimanere imbrigliati nelle reti esistenti, progettate cinquant’anni fa. La Roadmap 2050 sottolinea poi l’importanza di investire nell’efficienza energetica e di promuovere collaborazioni internazionali, ovvero la dimensione esterna e geopolitica delle nuove tecnologie.
Di cosa ha bisogno la transizione energetica
Pertanto, l’Ue continua la sua strategia per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti in gas, tra cui il cosiddetto “corridoio sud” che dovrebbe consentire al gas del Mar Caspio e in generale del Medio Oriente di dirigersi verso l’Europa del sud e in particolare verso il nostro Paese. Il messaggio fondamentale è che siamo sulla strada giusta. Ma la transizione energetica ha bisogno di essere accompagnata con una più incisiva volontà politica e con investimenti più massicci. Politiche lungimiranti, una cornice di sicurezza e di fiducia sono dunque imprescindibili se vogliamo cominciare a costruire davvero le fondamenta del sistema energetico europeo post-2020.
Fabrizio Barbaso
Vice direttore generale della dg Energia della Commissione europea
Articolo pubblicato sul numero 81 della rivista Formiche