La Relazione tecnica al disegno di legge stabilità mostra le ipotesi di lavoro del governo relativamente all’impatto della Tobin Tax all’italiana. Ci sono ipotesi realistiche ed impatti del tutto previsti su ambiti che nulla c’entrano con lo scopo della transazione, cioè punire e scoraggiare la “speculazione”, qualunque cosa ciò significhi.
Un articolo sul Sole di Marco Lo Conte spiega in che modo l’esecutivo è giunto a stimare la consistenza della base imponibile del nuovo tributo. Naturalmente, trattandosi di stima, il risultato finale potrebbe essere molto differente: il governo potrebbe ad esempio aver sottodimensionato l’imponibile per conseguire una stima conservativa del gettito (pari a 1.088 milioni di euro), e ritrovarsi poi con un immancabile “tesoretto”. Ma il punto non è questo, quanto la tipologia dei soggetti incisi dal tributo.
I cittadini che intendono accendere un mutuo con copertura del rischio di tasso pagheranno di più, a parità di ogni altra condizione, perché tali contratti contengono derivati per cautelarsi da rischi di mercato. L’imposta colpirà poi anche le tesorerie aziendali, che utilizzano i derivati in funzione non di speculazione quanto di copertura del rischio di cambio e di tasso. Come potete notare, sono tutte tipologie di soggetti pericolosissimi, veri e propri squali che hanno causato la crisi, giusto?
Per contro, ribadiamolo ad nauseam, dall’imposta è escluso il trading su titoli di stato, europei e di paesi aderenti allo spazio economico europeo. Fate tesoro di queste (e diprecedenti) prediche inutili: quanto vi imbatterete in qualche altermondialista che invoca tasse come se piovesse “perché è giunto il momento che la finanza paghi”, saprete cosa rispondere. Ricordando che le percosse sono vietate dalla legge, almeno fin quando non saranno liberalizzate previa applicazione di fissato bollato.
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