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Il pressing di Renzi su Letta. Lo speciale di Formiche.net

Sulla carta il ritornello è sempre lo stesso: sono qui per dare una mano, non per ostacolare il governo Letta. Il messaggio che arriva è però esattamente il contrario. Matteo Renzi, ospite di Michele Santoro a Servizio pubblico giovedì scorso, è tornato sul caso ormai chiuso di Anna Maria Cancellieri. Per il sindaco, la ministra ha sbagliato a telefonare al Dap per la scarcerazione di Giulia Ligresti e avrebbe dovuto dimettersi perché “in questa vicenda la legge non è stata uguale per tutti”.

Nell’attaccare la Guardasigilli, Renzi colpisce indirettamente altri due bersagli: Enrico Letta e Giorgio Napolitano che invece l’hanno difesa per proteggere di fatto l’esecutivo da un ennesimo terremoto. Nuove distanze tra il futuro probabile segretario del Pd e l’establishment romano che si sommano a quelle recentemente registrate su amnistia e indulto, promosse dal capo dello Stato, salutate positivamente dal capo del governo, bocciate senza appello dal rottamatore.

Renzi si fa sempre più inflessibile su ciò che l’esecutivo deve o non deve fare e questo atteggiamento rischia di scontrarsi frontalmente con la sua guida e il suo possibile futuro sfidante alla premiership, il suo “amico Enrico”. Glielo ha fatto notare anche Massimo Cacciari nel salotto di Santoro: “Ora la strada di Renzi si è fortemente ristretta perché quando sarà diventato, com’è probabile, segretario del Pd, se spara sul governo entrerà in conflitto lacerante con metà partito e con il suo premier. E – ha continuato Cacciari -se si andasse al voto anticipato, sarebbe una catastrofe per l’Italia”.
La risposta renziana dice tutto: il voto “non sarebbe una catastrofe, ma non credo che avverrà e non sarebbe il caso”. In caso, sempre meglio tenersi pronti.

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