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Obama ha sbiancato Romney

“E´ vero governatore abbiamo meno navi ma anche meno cavalli e baionette”. La battuta fulminante di Obama diventerà probabilmente il sigillo dell´ultimo dibattito tra i due uomini che puntano alla presidenza Usa. Un affondo che da risalto alla figura di comandante in capo del democratico, spinge il repubblicano nell´angolo del nostalgico della guerra fredda e mette in evidenza come il presidente uscente sia a suo agio nel passare da un tema di politica estera all´altro, anche se Romney mostra di aver studiato bene i dossier.Un Barack Obama all´offensiva si afferma dunque di fronte a un Mitt Romney ormai definitivamente conquistato alla causa del centro e la cui prima preoccupazione è sembrata quella di evitare toni e atteggiamenti da falco. In un faccia a faccia poco adatto agli scontri che avevano caratterizzato i precedenti showdown tra presidente democratico e sfidante repubblicano.I due rivali per la Casa Bianca hanno dato vita a un dibattito in cui ruolo degli Usa nel mondo, strategie e tattiche di politica globale spingevano più al compromesso che alla contrapposizione. Novantacinque minuti di discussioni sul mondo, in cui l´Europa non è stata mai citata, hanno visto Mitt Romney dire 12 volte di essere d´accordo col proprio presidente. Unanimi i risultati dei sondaggi condotti subito dopo la conclusione del match davanti al piccolo schermo. Per la CBS il 53% degli intervistati vede il presidente battere l´avversario. Solo il 23% ritiene che Romney sia uscito vincitore dal confronto. Leggermente più sfumati i dati forniti dalla CNN. Obama supera l´esame per il 48% di chi ha seguito la terza e ultima discussione diretta tra i pretendenti alla guida della superpotenza. Per il 40% invece c´è l´ha fatta Mitt Romney.Nello scambio di colpi basato su chi fosse in grado di garantire meglio la sicurezza dei cittadini Usa e chi fosse più affidabile come comandante in capo era ovvio che Barack Obama dovesse avere miglior partita. Il politico di Chicago vince dunque di nuovo ai punti un duello basato sulla politica estera che non è chiaro quanti elettori sposterà. La corsa verso il seggio presidenziale resta incertissima e a questo punto verrà determinata da Stati swing, soprattutto Ohio e Florida, e elettori indipendenti.
 
Nel suo computo tra vincitori e vinti della serata, il Washington Post mette tra i perdenti, probabilmente a ragione, la stessa politica estera. Secondo la testata della capitale federale era inevitabile che non fosse possibile una vera discussione sul ruolo americano del mondo nel momento in cui uno sterminato numero di ricerche mette in luce le vera preoccupazione della popolazione Usa è l´economia.E´ le Monde infatti a titolare quanto questa abbia svolto un ruolo anche nel dibattito dedicato alla politica estera. Entrambi i candidati si dicono a favore della democrazia in Medio Oriente mentre i rispettivi elettori affermano al PEW di preferire la stabilità in una della aree al momento più turbolente del pianeta.Lo storico tentativo di dialogo tra i governi serbo e kosovaro non viene accettato dal movimento nazionalista di sinistra kosovaro, Vetevendosje, Autodeterminazione, che ieri A Pristina ha portato diverse centinaia di persone a contestare il primo verso la distensione tra due paesi divisi da un passato sanguinoso. Lo scrive la Neue Zurcher Zeitung. Il quotidiano di Zurigo fa notare come il gruppo che ieri ha portato i disordini nel centro della capitale kosovara abbia rappresentanti in parlamento. Anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolinea come le reazioni al primo incontro tra rappresentanti serbi e kosovari dalla dichiarazione di indipendenza di Pristina del 2088, non riconosciuta da Belgrado, abbia causato l´attacco alla sede delle istituzioni kosovare e causato 22 feriti tra manifestanti e poliziotti.L´azienda petrolifera russa Rosnfet ha raggiunto un accordo separato per acquistare tutta la compagnia energetica anglo-russa Tnk-Bp. Un affare che trasforma tutto il panorama petrolifero di Mosca e influirà sulle politiche degli idrocarburi mondiali ribadisce il Wall Street Journal.  Anche il Kommersant torna su quello che definisce il maggior business degli idrocarburi federali per ripercorre tutta la strategia Rosneft e quella dell´uomo che dal momento dello smembramento Yukos è si è rivelato mente e braccio esecutivo della compagnia, Igor Sechin.Secondo il Pais, la Spagna perde l´1,4% del Pil iberico, circa 16 miliardi di euro l´anno, per la gioventù ni-ni. Persone che hanno smesso di credere in un futuro professionale e non fanno più nulla. Lo stesso quotidiano fa notare quanto sia difficile fare impresa in Spagna. In questa classifica Madrid si trova alla pari con Zambia, afferma allarmato el Pais. 


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