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Effetto Serra sui giornali (renziani e non)

Come spesso succede, il più lucido è stato Stefano Cingolani. Il saggista ed editorialista ha sintetizzato su Twitter: “Serra dice che all´agenda Monti e Bce non c’è alternativa. Ma Renzi lo sa e non lo dice”. Forse neppure Serra lo sa. O forse lo sa ma non lo scrive. Infatti nelle 44 slide con cui il fondatore di Algebris che ha illustrato nel corso dell’incontro tra Matteo Renzi e gli esponenti della finanza milanese c’era un accenno non troppo benevolo verso il premier Mario Monti. Si leggeva che ora “il testimone passa alla Terza Repubblica” perché “15 mesi di Bocconi non risolveranno tutti i problemi”. Ma forse è stata una forma di cortesia verso il candidato alle primarie del Pd, Renzi, in grado secondo Serra di ristabilire il primato della politica.

Il riguardo della Repubblica di Giannini

Però effettivamente la slide stride con la frase di Serra contenuta nell’intervista di Giovanni Pons su “Affari & Finanza”, l’inserto del lunedì del quotidiano la Repubblica: “Non c’è alternativa a proseguire nella direzione indicata da Monti e dalla Bce”, ha detto il fondatore del fondo Algebris. Repubblica ha presentato anche Serra come un rottamatore, ma nel suo caso dei D’Alema della finanza. Repubblica, con la penna di Pons, ha infatti sottolineato che Serra “si è distinto in Italia per aver attaccato il vertice di Generali, la grande cassaforte d’Italia e dei suoi salotti”. Non solo: l’intervistatore ha voluto ricordare che all’incontro tra Renzi e gli uomini della finanza milanese non c’erano i “grandi manovratori”, come scrive Affari&Finanza, come Giovanni Bazoli, Giuseppe Guzzetti, Enrico Cucchiani, Alberto Nagel, Federico Ghizzoni, Alessandro Profumo e Gabriele Galateri.

E il Fondatore che ne pensa?

Chissà se questa verve rottamatrice di “Affari&Finanza” sia gradita pure al “manovratore” per eccellenza di Repubblica, Eugenio Scalfari, che proprio domenica scorsa ha ribadito il suo appoggio a Pier Luigi Bersani in antitesi al “liberal moderato” Matteo Renzi. E per Scalfari la parola “moderato” è quasi una bestemmia…

Le differenze tra Corriere e Repubblica

Il riguardo che ha riservato a Serra “Affari & Finanza” di Repubblica non si rintraccia sul Corriere della Sera. La scorsa settimana con un pezzo di Stefano Agnoli il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli ha ricordato che le attività del fondo Algebris affondano le radici nel paradiso fiscale delle Cayman. Tanto è bastato a Pier Luigi Bersani per sbeffeggiare l’incontro milanese e il candidato Renzi. Un trattamento, quello del quotidiano Rcs, non particolarmente gradito a Serra. Infatti il fondo Algebris, in una lettera pubblicata oggi sul Corriere, comunica di aver dato mandato ai propri legali in Italia e in Uk di procedere penalmente e civilmente nei confronti del giornalista e del Corriere.

La lettera del Caymano

Algebris, si legge nella lettera, non è nata nelle Cayman ma a Londra nel 2006 e Algebris Investments (Cayman) non è la holding proprietaria del gruppo, bensì una società di servizi controllata da Davide Serra, che risiede in Inghilterra e paga le tasse in Inghilterra. Anglosassonamente, il Corriere così replica: “La società di cui si parla è la Algebris Investments (Cayman) Ltd registrata appunto nelle isole Cayman e definita nei bilanci dal 2006 al 2011 delel società inglesi di Algebris “ultimate controllino party”.

I renziani del centrodestra

Meno antagonisti rispetto a Serra i quotidiani considerati vicini al centrodestra. Sabato scorso sul Giornale il vicedirettore Nicola Porro, partendo dalle frasi allarmate di Bersani sul Caymano Serra e il ruolo della finanza e delle banche, ha ricordato tutti i banchieri e gli uomini della finanza quasi organici alla sinistra e i vertici degli istituti di credito che si sono messi in fila alle primarie dell’Ulivo.
E oggi sul Foglio il direttore Giuliano Ferrara rimbrotta così Bersani e Vendola: “Quando sento Vendola e Bersani che straparlano (male) della finanza, che accusano di banditismo i creatori e gestori di fondi internazionali, che minacciano l’interdetto contro il rinnegato Renzi per una modesta e innocente cena pubblica con i finanzieri, mi domando in che mondo vivano. Finanza e mercati aperti hanno emancipato negli ultimi vent’anni le economie povere di un terzo abbondante del mondo, forse della metà del mondo. Finanza e mercati aperti sono connessi alla rete e alla sua interdipendenza mondiale, dunque hanno per sé il futuro”. Prosegue in altri modi la sintonia tra Foglianti e Renzi?


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