I conti non tornano. La scelta green dei protagonisti del panorama produttivo automobilistico mondiale è a repentaglio, sia a causa della crisi economica che mette fuori mercato modelli troppo costosi, sia per gli investimenti da decidere con acume in Europa e in America.
Nissan spera di partire in contropiede, prevedendo il lancio di una versione più economica del suo modello elettrico di punta, la Leaf, che sta vendendo molto meno di quanto indicato nelle primissime previsioni.
La mossa si scontra con uno scenario generale di delusione nelle vendite delle auto elettriche – secondo gli osservatori – nonostante i miliardi di dollari di prestiti, garanzie e incentivi ai consumatori offerti dal governo negli ultimi anni per promuovere il settore nascente.
Andy Palmer, vice presidente di Nissan, ha spiegato al Financial Times di oggi che la Casa ha venduto meno di 12.000 Leaf nella prima metà dell’esercizio, con un aumento dell’11% rispetto al 2011, ma non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di 40.000 auto nell’intero anno.
Per liberarsi del suo stock di Leaf prodotto in Giappone, Nissan sta svendendo la macchina negli Stati Uniti, il più grande mercato al mondo di auto elettriche, così come sta facendo General Motors per il suo modello green, la Chevrolet Volt, anch’essa al di sotto delle previsioni di vendita.
Nissan attribuisce le scarse vendite della Leaf alla forza dello yen e al lento processo di costruzione delle infrastrutture necessarie per ricaricare le batterie.
Nissan ora vende l’auto a circa 26.000 sterline in Gran Bretagna, in due versioni di alta qualità che includono optional di lusso, dopo un incentivo governativo per modelli elettrici di 5.000 sterline.
Palmer ha sottolineato che Nissan lancerà anche una versione più economica e con rifiniture meno curate dal prossimo anno, quando la produzione si sposterà nel Tennessee in Usa e a Sunderland in Gran Bretagna.
Secondo Larry Dominique del sito Truecar.com, “la realtà è che un mercato di auto elettriche esiste, il problema è il loro altissimo costo. L’altra questione è la è la capacità di percorrimento di questi modelli: la gente è abituata a fare il pieno e guidare per 500 kilometri”.
Il progetto elettrico sembra quindi togliere il sonno alle Case automobilistiche di tutto il mondo, sia a quelle che non le producono, come Fiat, e potrebbero temere di fare una scelta fatale per il futuro, sia ai gruppi che stanno investendo ora e non vedono il boom sperato. Toyota per esempio ha recentemente abbandonato il suo piano di produzione della versione elettrica della smartcity iQ.