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La disfida ideologica di Boeri & Co. su Fondazioni e Cdp

Non si può dire che gli economisti liberal de Lavoce.info mollino la presa facilmente. Tito Boeri e Luigi Guiso in questi ultimi anni hanno preso di punta le fondazioni di origine bancaria e hanno animato vivaci botta e risposta sui giornali coinvolgendo i ministri dell´economia (Giulio Tremonti e Vittorio Grilli) e il presidente dell´associazione che riunisce le casse di risparmio, Giuseppe Guzzetti.
 
Il duo Boeri-Guiso ci riprova oggi dalle colonne di Repubblica. Le accuse sono praticamente le stesse con un focus in più rispetto al passato: il ruolo di Cassa depositi e prestiti. Nelle ultime settimane è cresciuta infatti l´attenzione delle firme economiche italiane nei confronti della società presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini. Ricordiamo Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera, Luigi Zingales sul Sole 24 Ore e oggi, appunto, Boeri e Guiso che hanno voluto sottolineare i presunti confllitti d´interessi che si anniderebbero fra fondazioni, Cdp e ministero dell´economia.
 
Come mai tutta questa attenzione e come mai proprio in queste settimane? Proviamo ad avanzare alcune spiegazioni, partendo comunque dalla considerazione che gli autori di queste polemiche siano ben convinti dalle loro idee e che queste quindi non siano strumentali. Tuttavia, è indubbio che l´approssimarsi di alcune scadenze renda più appetibile il dibattito. Il 31 ottobre si celebrerà la Giornata del Risparmio e Guzzetti ha coinvolto il ministro Grilli e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Non solo. La scadenza dell´attuale vertice di Cdp è prevista per questa primavera. Non sorprende quindi che ci siano grandi manovre in corso. Il punto vero, però, è un altro. Fondazioni bancarie e Cdp sono state e sono un perno fondamentale dell´economia italiana. Sono, è vero, un particolarissimo Frankenstein (come da felice definizione di Giuliano Amato), un incrocio inedito fra Stato, privati, enti no profit. È fuori di dubbio che in un Paese che, nel male e anche nel bene, non ha un’economia pienamente di mercato, questi soggetti svolgono una funzione di politica industriale e di risparmio che è impensabile nella cultura liberista anglosassone.
 
Su questo è del tutto legittimo avere opinioni diverse. Meno corretto è dipingere fondazioni e Cdp come luoghi dell´opacità, come Boeri e Guiso tendono a descrivere. È invece condivisibile l´opinione che sarebbe utile (alle casse di risparmio per prime) una vigilanza più stringente da parte del Mef e regole più chiare sulle incompatibilità “politiche” nelle governance delle fondazioni. Su questi aspetti, va detto, il presidente dell’Acri, Guzzetti, non ha mai fatto melina, anzi.
 
Il punto di fondo resta quindi quello se abbia senso in Italia avere un patrimonio finanziario ed economico come quello rappresentato dalle fondazioni bancarie e dalla Cdp. Boeri e Guiso, ma anche Giavazzi e Zingales, pensano di no.
 
Posizione rispettabilissima ma non per questo un dogma. L´economia sociale di mercato non è una scienza esatta ma forse si addice, più e meglio del liberismo inglese, alla tradizione del nostro Paese, che non è tutta da buttare.
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