Dopo la trasmissione di Report, il flop elettorale in Sicilia, la rivolta del suo partito, Antonio Di Pietro sembrava entrato in un cono d´ombra irreversibile. In modo imprevisto giunge un endorsement di quelli che non ti aspetti. Beppe Grillo ha infatti scritto un lungo e appassionato post per celebrare le virtù antiberlusconiane di Di Pietro. Non solo. In una iperbole di affettuosità e cinica generosità, il volto di M5S lancia il fondatore dell´Italia dei Valori (catastali) come candidato capo dello Stato.
I più hanno pensato a uno sketch del comico più che a uno statetement del politico. Che sia una mossa per conquistare gratis visibilità nel giorno di Ognissanti o un effettivo slancio di altruismo, è difficile da dire. Non sarebbe tuttavia un eccesso di malizia se si pensasse che Grillo, sospinto a fare sempre più sul serio dopo il successo elettorale in Trinacria, vuole fare un´Opa sul partito di Di Pietro il cui brand, per quanto in declino, può sempre tornare utile.
D´altra parte il link fra M5S e Idv è assicurato da Il Fatto di Marco Travaglio e Antonio Ingroia. Se Vendola confluirà con un pezzo di Fiom dentro il Pd o dentro la costituenda coalizione di centrosinistra, lo spazio antagonista è tutto per loro e chi può capeggiarlo se non Grillo?
Ecco perché si può lanciare (a salve) Di Pietro verso il Quirinale. Promoveatur ut amoveatur.