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I piani di Bassanini e Gorno per le superutility

La Cassa depositi e prestiti è pronta a contribuire alla realizzazione di superutility italiane nei principali servizi pubblici. Anzi, di creare veri e propri “campioni su scala nazionale e per settore”. E’ quanto si evince da alcune slide che i vertici della Cassa depositi e prestiti (Cdp) hanno illustrato di recente a operatori del comparto e addetti ai lavori.
 
La criticata frammentazione
E’ stato l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, a indicare in che modo la società controllata al 70% dallo Stato e al 30% dalle fondazioni bancarie può intervenire nei servizi di pubblica utilità. Un settore, ha detto Gorno Tempini negli scorsi giorni in un incontro riservato, che presenta “un’elevata frammentazione” con quasi 400 società con un fatturato superiore a 30 milioni di euro. Accanto ad alcune società quotate a Piazza Affari, ci sono molti operatori locali con un azionariato frammentato, con una governance complessa, dimensioni non adeguate e scarsità di risorse finanziarie rispetto agli investimenti necessari.
 
Il confronto con Francia e Inghilterra
Diversa è la situazione in altri Paesi europei: in Francia ad esempio ci sono tre società che controllano il 100% del mercato idrico e nel gas Gdf rappresenta oltre l’80%; in Inghilterra il 99% del mercato della vendita del gas è controllato da 6 operatori.
 
La necessaria azione degli enti locali
Esiste, quindi, un “significativo potenziale di aggregazione delle multi utilities”. E gli enti locali puntano, o meglio devono puntare, a favorire la crescita e la patrimonializzazione delle società, aumentarne il valore e ampliare la capacità di investimento. Come fare? Con l’intervento della Cdp.
 
Le due braccia operative della Cdp
La società presieduta da Franco Bassanini si candida ad assecondare a o pilotare questo processo attraverso due società partecipate: il Fondo strategico italiano (Fsi) ed F2i.
 
L’esempio di Hera
E’ in particolare Fsi il perno di queste potenziali operazioni, come si è visto nel caso di Hera, dove Fsi ha deliberato un investimento fino a 100 milioni di euro interamente a servizio di un aumento di capitale previsto a maggio/giugno 2013 per completare l’aggregazione Hera-AcegasAps. “E’ solo il primo di una serie di interventi che Fsi potrà dedicare al settore”, ha detto Gorno Tempini secondo la ricostruzione di Formiche.net.
 
Le linee d’azione del Fondo strategico
Fsi è una holding di partecipazioni che investe, con quote generalmente di minoranza, in imprese di rilevante interesse nazionale che abbiano l’obiettivo di crescere dimensionalmente e di migliorare l’efficienza. I settori su cui si dedicherà, secondo quanto ha indicato l’amministratore delegato della Cdp, sono la difesa, la sicurezza, le infrastrutture e i pubblici servizi, i trasporti, le comunicazioni, l’energia, l’assicurazione e intermediazione finanziaria, la ricerca e l’alta tecnologia.
 
Gli obiettivi della Cdp
Il ruolo di Cdp attraverso Fsi ed F2i è quindi quello di fornire capitali per la crescita. Ma per fare cosa? Ecco quello che ha detto in sintesi Gorno Tempini. Primo: promuovere aggregazioni di operatori medio-piccoli e creare “campioni” su scala nazionale e per settore. Secondo: favorire la crescita degli investimenti necessari. Terzo: rafforzare un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese.

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