Un G20 decisamente sottotono visto che mancano diversi esponenti di spicco, a cominciare proprio da colui che normalmente rappresenta gli Usa in queste riunioni, il segretario di Stato al Tesoro, Timothy Geithner. Ma assenti sono anche i ministri delle Finanze di Francia, Pierre Moscovici, e Brasile, Guido Mantega, e il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.
Questo mentre al di là dell´appuntamento chiave sul voto per la Casa Bianca, se entro la fine dell´anno repubblicani e democratici non troveranno una intesa sulle manovre per correggere la traiettoria dei conti pubblici, in base alla tregua precedentemente concordata scatteranno una serie di tagli alla spesa e aumenti delle entrate automatici battezzati con l´inquietante nome di “fiscal cliff”, letteralmente “baratro di bilancio”.
Secondo una fonte del G20 citata da Dow Jones “il tempo passa e il baratro si avvicina, ma tutti quanti -ha aggiunto- sono fiduciosi che si troverà una soluzione”. Affermazioni che potrebbero trovare riscontri nel comunicato finale che verrà diffuso al termine delle riunioni.
Come rassicurare l’Asia
I Paesi europei cercano di rassicurare i partner, specialmente asiatici, sull´adeguatezza delle difese anticrisi approntate negli ultimi mesi, che effettivamente hanno favorito un calmieramento della situazione. Permangono tuttavia incognite non di poco conto, a cominciare dal caso della Grecia che resta al centro di trattative complesse.
La questione greca
Atene che sta ancora lavorando con la troika dei tecnici di Commissione europea, Bce e Fmi su un pacchetto di misure supplementari di risanamento, volto sia a sbloccare il versamento di nuove tranche di aiuti, sia e soprattutto a favorire una proroga del programma di sostegni di altri due anni.
I timori di Hollande
Dall´altra Sponda dell´Atlantico, il presidente francese Francois Hollande, in visita in Asia, ha riconosciuto che tra i Paesi di quella regione permangono degli scetticismi sulla capacità dell´Europa di aggiustare il quadro. Peraltro questi continui interventi di salvataggio su paesi in dissesto e banche poco o nulla hanno fatto per contenere la piaga della disoccupazione, che nell´area euro continua a segnare nuovi massimi storici.