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E se le elezioni americane finiscono in pareggio?

Gli ultimi sondaggi pubblicati da Washington Post, Us Today e dalla catena Abc indicano un pareggio tecnico tra i due candidati alle presidenziali americani. Nel caso di un ipotetico pareggio, la parità nei risultati non significa che entrambi prenderanno lo stesso numero di voti perché in America l’elezione è indiretta: a decidere sono i grandi elettori a seconda degli Stati.
 
Da questo meccanismo è possibile che un candidato possa vincere l’elezione popolare ma perdere il voto del Collegio elettorale, una struttura creata dalla Costituzione. Gli Stati che contano su più voti forti sono Texas con 38, New York 29, Pennsylvania 20, California 55, Florida 29, Illinois 20 e Ohio 18. È per questo che Obama e Romney hanno fatto atto di presenza in Florida, Ohio, Wisconsin e Pennsylvania.
 
Per vincere le presidenziali degli Stati Uniti è necessario contare con 270 voti del Collegio elettorale. Secondo la Costituzione è necessario che ci sia un elettore per ogni uno dei 435 membri della Camera e i 100 senatori, tre invece per il distretto della Columbia grazie alla capitale Washington. Saranno questi 538 elettori forti a scegliere il nome del prossimo presidente.
 
La BBC ha spiegato che se Obama e Romney restano con 269 voti forti ognuno le regole rimandano all’emendamento 12 della Costituzione americana per risolvere il pareggio. Se nessuno dei due candidati conta sulla maggioranza dei voti elettorali è la Camera a sceglierlo attraverso un processo speciale. Ad ognuno dei rappresentati di uno Stato si assegna un voto mentre i tre membri del distretto di Washington restano fuori del conteggio. Il presidente sarebbe eletto con la maggioranza semplice, per cui basterebbero 26 dei 50 voti per vincere. Se rimangono ancora in pareggio di 25 voti ognuno si deve ripetere il processo di votazione perché la Camera non ha una normativa per lo spareggio.
 
Nella storia degli Stati Uniti la Camera ha dovuto scegliere solo due volte il presidente: nel 1801 ha scelto Thomas Jefferson, che concorreva con John Adams e Aaron Burr, e nel 1825 a John Quincy Adams contro William Crawford e Andrew Jackson. Avendo la Camera una maggioranza repubblicana potrebbe essere eletto Romney mentre il Senato sceglierebbe probabilmente Joe Biden. Una storica formula bipartisan. Ma tutto ciò accadrebbe in mezzo a battaglie legali, nuovi conti dei voti e molto probabilmente proteste pubbliche.


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