“Caro Sindaco, mi chiamo Occhetto Achille, sono un attempato autista in lauta pensione. Nel 1994, ho guidato una macchina da guerra, che fu luttuosa, per la sinistra, ma gioiosa per Berlusconi, che colse il primo di tanti trionfi contro i progressisti.
So che il tuo carro è molto affollato, tuttavia ti sarei grato se riuscissi a trovate uno strapuntino per un condottiero, carico di gloria e di sconfitte, belle, Of course, per la sinistra”.
In attesa della risposta a nonno Occhetto del rampante Sindaco, a cui postulerà presto un posto anche il “parolaio rosso”, Bertinotti,
Hanno già annunciato la loro adesione alla candidatura di Matteo Renzi alla segreteria due “virgulti” del Pd : le “giovani promesse” di Campania e di Calabria, Vincenzo De Luca e Agazio Loiero.
Il primo, da 20 anni, con brevi interruzioni, è Sindaco di Salerno, più volte deputato, attuale sottosegretario alle Infrastrutture, avversario di Bassolino, candidato nel 2010 del centrosinistra a Governatore della Campania, sconfitto da Caldoro, ex craxiano, poi del Pdl.
Don Agazio fu deputato della DC di Forlani, senatore CCD di Casini alleato con il Cav. ministro dell’ Udeur progressista di Clemente e Sandra Mastella, dirigente della Margherita di Rutelli e “ladron” Lusi, Governatore della Calabria del centrosinistra, esponente del partitino di don Raffaele Lombardo, sconfitto alle regionali del 2005 da Scopelliti, Pdl, di recente abbagliato dal progetto renziano e dalla sua ferma volontà di rottamare il vecchio personale politico, ovviamente, con l’esclusione dei neo-renziani.
A Renzi, che conosce poco i problemi del Sud e la storia delle sue classi dirigenti, consiglio di leggere “Il Gattopardo” che, scritto tra il 1954 e il 1957 da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, fu pubblicato postumo nel 1958.
E non dimentichi, il Sindaco di Firenze, che i più ambiziosi programmi di rinnovamento, politico, sociale e culturale, nel Mezzogiorno, sono falliti e i famosi “libri dei sogni” sono rimasti nei polverosi scaffali, soprattutto perchè i “referenti” meridionali dei leader nazionali sono, sempre, riusciti, con abilità, e in modo gattopardesco e trasformistico, a cambiare partito e corrente allo scopo di mantenere inalterato il loro potere. Attento, Renzi, ai “mutamenti senza contenuti”, ai cambiamenti solo di facciata, di cui parla, ne “Il Gattopardo”, il protagonista, il principe di Salina.
Pietro Mancini