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Ecco le start up che rendono smart pure le batterie

Il prof. Donald Sadoway fu subito sospettoso quando una donna gli disse di essere la segretaria di Bill Gates e cominciò ad inviargli mail per dirgli che il suo capo voleva incontrarlo.
 
“Pensai che fosse uno scherzo”, dice oggi al Financial Times il docente di chimica del Massachussets Institute of Technology degli Usa, ma si sbagliò. Il Mit ha un programma che permette di seguire lezioni online gratis a chiunque, anche al cofondatore di Microsoft, che scoprì così di essere appassionato del corso di Sadoway. I due finirono per incontrarsi, discutendo per più di un’ora nell’ufficio del professore, finché Sadoway raccontò che stava lavorando ad un nuovo tipo di batteria. Un apparecchio costituito da due strati di metallo separati da sale. L’idea era quella di crearne uno così grande ed economico da poter essere utilizzato da società di utility per immagazzinare l’energia rinnovabile generata da impianti solari o eolici, così da rilasciarla in seguito. Se avesse funzionato, il meccanismo avrebbe trasformato i sistemi energetici mondiali. L’anno seguente Bill Gates investì una somma imprecisata in quella che oggi è Ambri, la società nata per trasformare quel tipo di batteria in una realtà commerciale.
 
Le difficoltà di accumulo energetico su larga scala
Il prof. Sadoway, 62 anni, è ormai considerato una sorta di messia dell’energia moderna, e ad aprile, il Time ha inserito il suo nome tra le cento persone più influenti al mondo. La batteria a metalli liquidi non sarà in commercio prima dell’inizio del 2014. Ma è facile capire perché ci sia così tanto interesse al progetto e ad altre tecnologie di accumulo energetico che hanno cominciato ad uscire dai laboratori per giungere nelle industrie. L’idea di creare una rete di immagazzinamento energetico su larga scala è il santo Graal del mondo della tecnologia verde. Gli impianti eolici non rendono nelle giornate senza vento, e quelli solari sono inattivi di notte. E’ questo che rende l’energia rinnovabile inaffidabile se paragonata con il carbone o con il gas. Ma poter accumulare energia rinnovabile e usarla in un secondo momento sarebbe un punto chiave per rallentare il cambiamento climatico, con il beneficio aggiuntivo di stimolare l’efficienza delle reti elettriche. Tuttavia, nonostante i molti anni di ricerca, l’immagazzinamento di energia su larga scala resta problematico, in un’industria che è stata frustrata da problemi tecnici e finanziari.
 
“Se si guarda all’intero settore dei fornitori energetici per questo mercato, ognuno di essi ha incontrato avversità a livello finanziario e ostacoli sulla sicurezza e sulla tecnologia”, sostiene Steve Minnihan di Lux Research. “Molti di loro – prosegue – hanno entrambi questi problemi. E’ incredibile”. Secondo Minnihan ci vorranno ancora dieci anni prima che le batterie forniscano qualcosa che non sia solo altamente specializzato o di nicchia. Neanche il mercato verde automobilistico è cresciuto quanto si potesse sperare. “Abbiamo pensato all’accessibilità della batteria sin dall’inizio. Ecco perché non sarà costituita da elementi rari della tavola periodica”, spiega al Financial Times Sadoway.
 
Alla ricerca di una soluzione sempre più urgente: gli esempi di Terna ed Eon
Anche un altro professore, Jay Whitacre della Pittsburgh’s Carnegie Mellon University, si sta concentrando sui prezzi della batteria ibrida agli ioni di litio prodotta dalla sua società, Aquion Energy, e che spera di mettere in commercio prima dell’anno prossimo.
 
La crescita del numero degli impianti solari e fotovoltaici nel mondo sta infatti stimolando l’interesse sulle tecnologie di accumulo energetico in molti Paesi. In Europa, sono stati aggiunta alla rete dal 2006 circa gigawatts di energia rinnovabile, circa il 35% della capacità totale installata secondo Moody’s. E con la previsione di produrre ulteriori 150GW entro il 2020, la soluzione del problema dell’intermittenza è ancora più urgente. In Italia, la rete di trasmissione Terna ha destinato un miliardo di euro agli investimenti sulle batterie. La tedesca Eon ha invece costruito un impianto nel nord del Paese per la conversione dell’energia rinnovabile in hydrogen gas.
 
Tecnologie a confronto
Nel frattempo, alcune società stanno guardando oltre le batterie, cercando altre forme per accumulare energia. Ma sembra inevitabile che gli ostacoli di oggi finiranno per essere l’equivalente dei problemi che hanno caratterizzato i primi giorni della vita dei cellulari. La questione è quanto a lungo dovremo aspettare prima di assistere ad un sistema di accumulo energetico aggiornato come l’ultimo iPhone.
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