Sole a catinelle. Niente di più azzeccato oggi, giorno in cui l’Italia è avvolta e stravolta dal ciclone che ha messo in ginocchio la Sardegna e sta mettendo in pericolo anche altre zone del centro e sud Italia. Nella speranza che la situazione possa sbloccarsi al più presto e che il sole torni sulla meravigliosa isola e sul resto del Paese, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al popolo sardo.
Il sole invece non smette di splendere per Checco Zalone, Re Mida del grande e piccolo schermo. Checco ha sbancato i botteghini dell’intero Bel Paese negli ultimi venti giorni, battendo qualsiasi record possibile e immaginabile. Tanto che si inizia a pensare all’espatrio.
È la classica Fuga dei cervelli (tra le altre cose, titolo del primo lavoro alla regia per Paolo Ruffini, al cinema da giovedì). Dicevamo che è probabile che Zalone vada all’estero, ma tranquilli solo per fare razzìa di successo anche nei cinema europei. “A testimoniare l’eccezionalità del fenomeno Zalone, c’è anche l’interesse che abbiamo riscontrato in molti importanti operatori internazionali, per i quali stiamo preparando copie sottotitolate” spiega il produttore Pietro Valsecchi, patron della Taodue. Conclude: “Anche questo è un elemento che ci inorgoglisce e dimostra come la strada migliore per essere globali sia quella di avere un forte radicamento locale”.
Insomma, Luca Medici – questo il nome di Checco sui registri all’anagrafe – e il suo eccezionale compagno d’avventura, Robert Dancs, piacciono alle famiglie e ai ragazzi che hanno fatto code chilometriche davanti alle sale per regalarsi un’ora e mezza di sano umorismo. Sole a catinelle ha battuto l’ultimo film dello stesso Zalone (Che bella giornata) ed è il film italiano più visto di sempre con i suoi 44 milioni di incassi. L’ultima cifra record (poco più di 31 milioni) era stata fatta registrare da La vita è bella, capolavoro di Roberto Benigni.
Ma perché? La storia è lineare. Gli attori sanno fare bene il proprio mestiere. Tutto sembra essere nella normalità, niente è sopra le righe. Quindi, cosa ha permesso alla pellicola di arrivare nell’Olimpo?Probabilmente proprio la sua semplicità e il grande realismo. Lo spaccato familiare inscenato e impersonato da Checco, Nicolò e Daniela è molto simile a quello che tutti i giorni vediamo nelle nostre case.
C’è chi mormora che ciò che abbiamo visto sul grande schermo non è altro che lo specchio della società berlusconiana. Potrebbe essere vero. Ma non è di primaria importanza.
Ciò che conta infatti è che quello che vediamo rappresenta a tutti gli effetti l’Italia moderna, quella di oggi, quella in cui il papà medio sogna – senza riuscirci – di regalare il meglio al suo bambino, la classe dei super ricchi si consolida e quella degli evasori si allarga. Il tutto è condito dall’eccezionale simpatia di Zalone. Un po’ volgare? Meno dei tredicenni che si incontrano in autobus o in metropolitana. Ecco, forse il vero segreto sta proprio nell’ironia (con o senza parolacce che sia) del protagonista. Fa ridere. Molto. In netto contrasto con il resto di ciò che ci circonda.