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Come e quanto il nuovo corso in Cina fa gongolare le Borse asiatiche

L’apertura di settimana in Asia è avvenuta ieri sotto i migliori auspici, grazie alla pubblicazione, venerdì notte da parte delle autorità cinesi di un nuovo comunicato descrittivo delle riforme decise al Terzo Plenum del partito, terminato all’inizio della scorsa settimana.

LE NUOVE MISURE CINESI

Questo secondo statement, denominato “Decision on Major Issues Concerning Comprehensively Deepening Reforms“, contiene 60 misure volte favorire la deregulation, a liberalizzare, ad aumentare l’impatto del privato rispetto al pubblico, a snellire la burocrazia, migliorare l’allocazione delle risorse e del capitale, etc etc.
Ovviamente, tra i vari temi trattati, a colpire maggiormente l’attenzione degli investitori sono state la promessa di deregolamentazione, in base alla quale ai privati sarà garantito l’accesso tutti i settori economici tranne quelli legati alla sicurezza nazionale, e l’apertura delle frontiere agli investitori stranieri per partecipare ad aziende operanti nei servizi, in modo da garantire una rapida crescita del settore privato.
Hong Kong e Shanghai hanno salutato la notizia con rialzi corposi (2.7% e +2.8% rispettivamente).  Buona la reazione di Bombay, mentre stranamente Sydney, tra le più favorite da un accelerazione dell’ economia cinese, ha faticato, trattenuta dal settore bancario locale. Tokyo, dopo oltre 7 punti di rally la scorsa settimana, si è presa una pausa.

RISPOSTA DEI MERCATI EUROPEI

L’euforia per le news cinesi ha faticato a trasferirsi alla seduta europea, rimasta inizialmente ostaggio del clima opaco dei giorni scorsi. Il catalist per un “turnaround del sentiment è stato nuovamente di carattere “normativo-regolamentare”: a metà mattinata, il membro ECB Yves Mersch ha rilasciato alcune dichiarazioni sugli stress test bancari.
Tra le varie headlines, particolare risalto ha otenuto quella secondo cui ai fini dell’asset quality review i titoli governativi sui bilanci bancari continueranno a non richiedere capitale a fronte (ECB”S MERSCH – GOVERNMENT BONDS WILL BE VALUED AT ZERO RISK WEIGHT IN AQR, NO DECISION HOW THEY WILL BE TREATED IN STRESS TESTS). Non è chiaro quanto questo costituisse a tutti gli effetti una sorpresa, ma è un fatto che il cambio di umore è stato immediato, in particolare nel settore bancario periferico, il che spiega l’improvvisa outperformance  del Mibtel, e quella, meno evidente, dell’IBEX rispetto agli altri indici europei.

LE QUOTAZIONI

Forti dell’abbrivio offerto da Asia e Europa, S&P 500 e Nasdaq hanno rapidamente colmato i gap che li separavano dalle soglie psicologiche di 1.800 e 16.000 (al Nasdaq manca meno di un punto percentuale per raggiungere 4.000). Dopodichè, complice eventualmente una NAHB Builders confidence di novembre appena sotto attese, il sentiment ha perso un po’ di smalto e gli indici hanno al momento ripiegato sui livelli della chiusura di venerdi.
Domani le retail sales di ottobre ci forniranno indizi sul momentum con cui i consumi americani approcciano la stagione natalizia. Il dato è ancor più rilevante alla luce delle scorte di beni accumulate dalle aziende nel terzo trimestre, che hanno aggiunto uno 0.8% al GDP.

Nell’attesa, noto che, complice all’euforia seguita allo statement della Yellen, il vix (indice che misura la volatilità implicita nelle opzioni sull’ S&P500) ha messo nuovamente il naso sotto quota 12, e si trova ad indugiare poco sopra questa soglia. Come si nota dal grafico, si tratta di un livello sotto il quale l’indice si è trattenuto estremamente poco nelle ultime occasioni, e che è spesso stato seguito da fiammate di volatilità, che hanno corrisposto a periodi di correzione o lateralità dell’indice.

Non si tratta di una condizione sufficiente per chiamare con certezza una correzione (non ne esistono), ma sicuramente è un segnale che il movimento di breve è maturo, e il mercato è vulnerabile a catalist negativi.
Stay tuned.

Giuseppe Sersale
Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr



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