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Questo è il momento degli educatori

Con l’aria che tira, molti pensano che sia morta la politica. Per nulla, è il contrario.

E’ fallita la politica dei corpi intermedi, o per meglio dire dei partiti, come li abbiamo conosciuti con il porcellum, perché hanno ripreso fiato e vinto gli elettori che li hanno congedati per l’ incapacità di rappresentarli.

E così, i partiti sono caduti in crisi di rappresentatività e si sono spaccati. E con loro sono  caduti i grillini che, per costruire sulle ceneri, sono entrati nella bastiglia dove i partiti si auto proteggono, assunto la forma di un partito al pari di quella degli altri, e quindi fallito.

Allo stato, perciò, è forte il potere  decisionale che è ricaduto in mano al popolo degli elettori. Ma questo popolo, che non si fida più dei partiti,  è alla deriva. Perché è privo di punti di riferimenti che lo traghettino verso sponde sicure.

Ed allora, la domanda  è: chi  sono oggi i punti di riferimento, soprattutto per i giovani,  se i partiti hanno smesso di esserlo agli occhi della collettività?

La risposta è semplice ed è nella sussidarietà: anzitutto, gli  educatori. E dunque per primi famiglie, scuole e  parrocchie.  Per questo, bisogna ripensare al ruolo di questi istituzioni .

Ed allora, abbiamo bisogno: di famiglie fondate su buoni valori; di insegnanti “stabilizzati”, perché per forza di cose un insegnante precario garantisce ai suoi  studenti una formazione “precaria”, piuttosto che completa e serena; e di sacerdoti attivi, ridestati dal torpore che papa Francesco ha manifestato di disprezzare.

Ed ancora,  abbiamo bisogno di offrire  prospettive occupazionali. Perché il lavoro fa da cura alle tendenze regressive di cui i giovani si sono ammalati. E così, si fa seria la necessità di creare il raccordo tra le scuole e il lavoro. Come ad esempio accade da molti anni in Germania grazie  alle scuole di specializzazione tecnica (Fachhochschule).

Di certo, si tratta di un obiettivo ambizioso. Ma sono sicuro che, in questo modo, tra qualche anno,  sarà stato ad esempio risolto il problema dei 2,2 milioni di neet. Perché qualcuno avrà detto loro che sporcarsi le mani facendo uno dei 100.000 posti di lavori c.d. in piedi, allo stato vacanti, non è un sacrilegio. Anzi, regala dignità.

@cafiero_cc

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