Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La decisione “last minute” del premier Letta di porre sul piatto l’equivalenza “sfiducia Cancellieri = sfiducia Governo” rende inevitabile il voto contrario alla mozione, perché solo dei pazzi opportunisti potrebbero sfiduciare il Governo nel pieno dell’iter della legge di stabilità per una vicenda tanto inopportuna quanto però specifica e avulsa dall’azione di governo.
Proprio per questo, però, quella del Premier Letta appare una forzatura che si sarebbe dovuta evitare e che tira un altro po’ la corda, solida, ma non indistruttibile, che tiene Scelta Civica legata al suo Governo.
I quarant’anni di servizio di alto profilo morale e riconosciuta capacità che contraddistinguono la carriera del Ministro Cancellieri sono l’elemento di merito attorno al quale ci si doveva concentrare per valutare, individualmente, come individuale era la mozione di sfiducia, se considerare un episodio oggettivamente sgradevole e estremamente inopportuno alla stregua di una brutta, bruttissima scivolata perdonabile con un cartellino giallo, invece che alla stregua della spia di un sistematico modus operandi imperdonabile e meritevole di un rosso diretto.
La decisione del Premier Letta, necessitata in parte da un PD incapace di astenersi dal trasformare ogni cosa in zuffa interna di posizionamento puramente politico, evidenzia in modo per certi versi drammatico come vi siano Ministri di serie A e Ministri di serie B, tragica trasposizione ai massimi livelli del Paese di una sensazione che già i cittadini vivono quotidianamente sulla loro pelle.
Vivendo nel Palazzo senza ancora esserne assorbito, l’impressione crescente è che nelle più importanti istituzioni del Paese, dal Quirinale al Parlamento, passando per il Governo, si rafforzi la convinzione che la vera mission attuale debba essere non tanto quella di governare il Paese, quanto di fare argine contro il rischio che il Paese esondi in modo incontrollato nel Palazzo.
Difficile immaginare un approccio più miope e idoneo a creare i presupposti perché questo accada nel modo più sbagliato e distruttivo.
Scelta Civica non è nata per rafforzare gli argini tra il Palazzo e cittadini sempre più arrabbiati, ma per rimuovere i detriti di una burocrazia ormai spadroneggiante e rendere più navigabile per tutti il fiume della nostra democrazia.
Una missione cui non potremo abdicare all’infinito, nel nome di una governabilità del Paese che non può e non deve divenire fine a se stessa.
Enrico Zanetti
deputato di Scelta Civica