Dismissioni di immobili pubblici, privatizzazioni di società a controllo statale. Si va delineando il piano del governo Letta per far cassa, ridurre deficit e debito e limare la presenza dello Stato nell’economia. Obiettivo: incamerare 10-12 miliardi di euro.
Oggi il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, hanno annunciato numeri e dettagli in più rispetto al piano soltanto abbozzato negli scorsi giorni. Vediamo che cosa hanno detto il presidente del Consiglio e il titolare del dicastero di Via Venti Settembre.
Sullo sfondo, comunque, restano attriti ancora da appianare fra Tesoro e Cdp, con il forcing discreto ma ripetuto della Banca d’Italia sulla necessaria ricapitalizzazione della Cdp, ritenuta dall’Istituto centrale governato da Ignazio Visco come una vera e propria banca.
LE TATTICHE SULLE SOCIETA’
Una quota di controllo di Sace e Grandi Stazioni, poi quote non di maggioranza di Enav, Stm, Fincantieri, Cdp Reti, il gasdotto Tag. Sono queste le società per le quali si è previsto un pacchetto di privatizzazioni in rampa di lancio nei prossimi giorni.
IL DOSSIER ENI
Letta ha anche annunciato il via libera all’operazione di cessione di un pacchetto del 3% di Eni, affiancato a un buyback del Cane a sei zampe che non farà scendere lo Stato sotto il 30% del capitale, la soglia oltre la quale lanciare l’Opa. In pratica, con il riacquisto di titoli azionari la partecipazione del Tesoro, a dire il vero in mano principalmente al Cdp, crescerebbe al 33%; proprio di quel 3% aggiuntivo si avvia la dismissione e Saccomanni ha spiegato che dovrebbe valere 2 miliardi.
LE ALTRE AZIENDE SUL MERCATO
Il titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha aggiunto che sul mercato andranno una quota del 60% di Sace e Grandi Stazioni. Per Enav e Fincantieri si tratta del 40%, mentre “nel complesso delle privatizzazioni che riguarderanno le reti in mano alla Cdp saremo nell’ordine del 50%”.
LA QUESTIONE CASSA
“Da queste operazioni – ha aggiunto Letta – dovrebbero entrare tra i 10 e 12 miliardi di euro, di cui la metà vanno a riduzione del debito nel 2014 e l’altra parte a ricapitalizzazione della Cdp”. Restano comunque, seppure sotto traccia, le diversità di vedute fra Tesoro, Bankitalia e Cdp su prossime mosse, e ricapitalizzazioni, della Cassa depositi e prestiti, come svelato nei dettagli da Formiche.net.