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Perché la Fed non farà la rigorista a breve

fed yellen Cosa

Lo storno dell’ultima ora non ha impedito ieri sera al Nasdaq di chiudere sopra 4000 per la prima volta dal 2000. In assenza di altre motivazioni, per giustificare l’azzeramento dei guadagni nell’ultima ora di trading, sono stati indicati ribilanciamenti negli indici.
Può darsi, ma avendo notato lo stesso comportamento lunedi, son più propenso a credere ad un attacco di vertigini da alta quota, alla vigilia di un periodo festivo (domani Ringraziamento e dopodomani black friday).

TENSIONI IN AUMENTO
Le crescenti tensioni su liquidità e tassi sembrano aver indotto a più miti consigli la People Bank of China, che ha iniettato 32 bln di liquidità nel sistema via reverse repo. Cosi Shanghai ha messo a segno il primo incremento in 5 giorni, in contro tendenza col resto dell’area.

LE INDISCREZIONI SULLA BCE
All’apertura europea, una certa attenzione ha ottenuto un pezzo del Süddeutsche Zeitung secondo cui l’ECB starebbe considerando di lanciare una nuova LTRO, il cui accesso sarebbe condizionato all’utilizzo delle revenues per finanziare l’economia reale. La durata sarebbe inferiore alle precedenti (9-12 mesi). Oltre a ciò il board starebbe considerando tassi di deposito negativi e acquisti di asset (nulla di nuovo in questo caso).

POCO TEMPO
Personalmente, osserverei che 9-12 mesi sono un po’ pochi per finanziare un lending alle aziende. Infatti, la misura Funding for Lending della Bank of England a cui questo provvedimento eventualmente si ispira, aveva durata massima fino a 4 anni.
Detto ciò, si tratterebbe di un nuovo, significativo, passo nel processo di transizione dell’ ECB dal modello tedesco verso quello anglosassone.

BENE PER GLI ASSET PERIFERICI
Le indiscrezioni hanno favorito in particolare gli asset periferici, con Milano e Madrid che per una volta hanno guidato i rialzi. Meno brillanti i BTP, il cui iniziale spunto  è stato rapidamente sopraffatto da comprensibili prese di beneficio : contrariamente al listino milanese, i bond nostrani venivano da 4 sedute di rally ininterrotto (in particolare la parte fino a 5 anni). Oltre a ciò, il mercato, dopo aver assorbito le emissioni di CTZe Bot semestrali, si appresta a sottoscrivere i BTP decennali domani.
Nonostante tutta quest’offerta, i BTP hanno recuperato le perdite, grazie al sentiment in miglioramento, e chiudono  con spread in marginale calo (234).

Come accennavo ieri, il calendario macro US ieri era pesante:

**  I Durable goods orders di ottobre sono usciti in linea col consenso (-2% da prec +4.1%), ma depurati della volatile componente aereomobili civili, che aveva gonfiato oltre misura il dato precedente, deludono significativamente le stime (-1.2% da prec -1.4% e vs attese per +0.8%). In generale il capital spending di recente non ha seguito i trend di miglioramento di altre serie, e resta su livelli modesti.

** I Claims settimanali, pubblicati in anticipo, hanno sorpreso in positivo (316.000 da 326.00 vs attese per 330.000), confermando quanto di buono si legge su diverse survey riguardo l’occupazione.  Il dato depone bene per il labour market report di novembre, in uscita il 6 dicembre. Peraltro, il portavoce del Department of Labor ha dichiarato che pur non essendoci alcun specifico motivo di distorsione nel dato odierno, in questo periodo la destagionalizzazione dei dati è particolarmente difficoltosa.

**  Il Chicago Business Barometer di ottobre è calato leggermente dal livello stratosferico raggiunto a settembre, battendo comunque le stime (63 da prec 65.9 vs attese per 60). Si tratta di un indice assai volatile, ma è evidente che nell’area l’attività economica è robusta. Particolarmente buono il sottoindice employment, ai massimi da ottobre 2011.

** Il Chicago FED national Activity index di ottobre, una media di 85 indici macroeconomici mensili, ha invece ha deluso (-0.18 da precedente 0.18 vs attese per 0.18), indicando una crescita sotto trend (il valore di zero  demarca la divisione tra sopra e sotto trend).

** Infine la revisione finale del University of Michigan confidence index  di novembre ha mostrato un rimbalzo superiore alle attese, indicando che l’effetto stallo politico di ottobre sul morale degli americani inizia ad attenuarsi.

La stringa di dati di ieri sembra confermare il quadro macro osservato negli ultimi tempi, vale a dire:

** Le survey indicano una sostanziale tenuta dell’attività economica, dopo l’accelerazione estiva. Questa tenuta, che appare comunque a macchia di leopardo, non viene ancora interamente confermata dai cosiddetti “hard Data”, in particolare sugli investimenti.

** Sul lato consumi la picture è opposta, con i vistosi arretramenti delle consumer confidence che non si sono riflessi significativamente sulla spesa, che resta decente (vedi le ultime retail sales)

** Il mercato del lavoro sembra essere tornato su buoni ritmi di creazione di posti, ma i segnali di un vero e proprio “cambio di passo” sono scarsi, e il calo della disoccupazione resta in gran parte dovuto al contestuale calo della forza lavoro, per motivi demografici e di difficoltà di reinserimento

** Le pressioni inflazionistiche sono minime e la dinamica delle commodities e l’ampia capacità produttiva inutilizzata dovrebbero  mantenerle tali per un periodo esteso.

CAMBIO DI ROTTA DIFFICILE
In generale, gli elementi in grado di convincere la FED che i miglioramenti nella crescita e nel mercato dl lavoro sono sostenibili sono scarsi. Ne consegue che una modifica della politica monetaria nei prossimi 2 FOMC, ancorchè non da escludere, è assai improbabile.
Anche perchè sul fronte prezzi non c’e’ alcuna urgenza, e la FED, per voce della sua presidente in pectore, “non vede disallineamenti nei livelli degli asset ne segnali di bolle e/o eccessivo leverage”.

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