Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Domenico Cacopardo apparso su Italia Oggi il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Esercitarsi su cosa accadrà domani è normalmente sterile se non è volto ad analizzare ciò che sta accadendo nel presente. Proviamo a ragionare.
IL FATTO SOSTANZIALE
Al di là delle valutazioni politiche che riguardano la nuova maggioranza, il governo e il futuro della legislatura, rimane il fatto sostanziale che da ieri sera Silvio Berlusconi non è più coperto da quella labilissima coperta che è la residua immunità parlamentare, capace, però, di impedire l’arresto di un componente della Camera o del Senato, senza un’autorizzazione dell’organo di appartenenza. Ergo, l’autorità giudiziaria può ordinare, se ha solidi argomentazioni, l’arresto del leader del centro-destra e anche la sua restrizione in una patria galera.
UNA TENDENZA A DELINQUERE
L’età non è un ostacolo quando ci sono in ballo la reiterazione del reato, il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove. Le carte del processo Ruby di Milano (le motivazioni della sentenza) parlano di una insopprimibile tendenza a delinquere e a una subornazione dei testi, più precisamente, dell’inquinamento del quadro probatorio derivante dalle testimonianze della Olgettine, cui il Cavaliere ha pagato e forse paga una retribuzione mensile. Tuttavia, le probabilità che in una contesa su chi possa mettere le mani su Berlusconi vinca Napoli, sono elevate. Le notizie sul ‘pentimento’ di La Vitola prima e sulla sua ‘non collaborazione’ poi, sarebbero attribuibili a una medesima sottile strategia comunicazionale, diretta, infine, a rendere più eclatante l’evento dell’arresto, se mai ci sarà.
GLI ULTIMI PASSI DI BERLUSCONI
Occorre tenere ben presente che tutto il movimento creato di recente da Berlusconi, compresa la modesta dimostrazione di quadri di Forza Italia davanti a palazzo Grazioli, le invettive nei confronti della magistratura, del presidente della Repubblica e via dicendo, di sicuro, ripeto ‘di sicuro’, rafforzano l’orientamento di chi, avendo il potere di farlo, nell’ordine giudiziario può considerare pericoloso – per la conclusione delle indagini e il rinvio a giudizio – il protagonista delle proteste e delle manifestazioni.
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