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Berlusconi decaduto, quali sono gli effetti?

Il Senato ha votato compattamente per la decadenza di Silvio Berlusconi. Dopo vent’anni di presenza costante nella vita politica d questo Paese, Berlusconi è stato galantemente accompagnato alla porta. Ma questo cosa significa ora?

Prima di tutto significa che è stato ristabilito il principio secondo cui la legge è uguale per tutti, anche per Silvio. Nelle arringhe difensive dei suoi “avvocati” al Senato si sono sentite argomentazioni al limite del fantascientifico e del ridicolo, mi sia concesso. Scene di vero e proprio servilismo spicciolo, così assurdo che forse (dico forse) anche i diretti interessati erano contenti alla fine di aver fatto la loro parte e di averla recitata una volta per tutte: ora che Berlusconi è fuori, non dovranno più prestarsi, si spera, a scene così poco edificanti.

Essere amato dal popolo (iperbole), avere ampio consenso elettorale, ed essere l’uomo che ha dato lavoro a milioni di italiani (iperbole) non immunizza dalla legge, anzi sei tenuto a comportarti 1000 volte meglio. Sei tenuto a dare un esempio di virtù civica 1000 volte superiore a quella di un qualsiasi altro cittadino.

Berlusconi ci ha abituati ad una Politica da salotto tv, dell’interesse personale, degli egoismi e della superficialità. La Politica ai tempi di Berlusconi è non Politica, ma amministrazione di condominio dove ci sono massaie che strillano, portinai che sbattono porte e allontanano persone al passaggio del Capo. Insomma, un piccolo feudo con vassalli e servitori, niente a che vedere con l’idea di Stato democratico che siamo soliti pensare quando si guarda a Paesi come la Germania, la Francia o gli USA. L’Italia con Berlusconi ha perso rilevanza politica, culturale e sociale e soprattutto è diventata poco credibile.

La decadenza di Berlusconi da Senatore è solo una correzione di una distorsione (degenerazione) che un Paese democratico non poteva permettersi. Oggi comincia un percorso di “rinormalizzazione” del Paese, la strada è ancora lunga perché il sottobosco a-valoriale e a-culturale che ha prodotto è ancora fitto e diffuso.

C’è da ricordare però, che il “problema Berlusconi” non è risolto da un semplice voto sulla decadenza da una carica (che per altro non ha mai onorato, con il suo 99% di assenteismo), c’è un sistema culturale di riferimento che fa capo a milioni di cittadini, su cui dobbiamo intervenire, ripresentando la Politica per ciò che è: servizio per la comunità!

Berlusconi è fuori dal Parlamento, ma continuerà a fare politica, a muovere le fila delle azioni di “alcuni” dei suoi ex compagni di partito, quei pochi fedelissimi (Biancofiore, Bondi, Santanché, Bernini) che lo hanno seguito nella costituzione di una “rispolverata” Forza Italia, che non emoziona né convince nessuno, se non loro. Alfano ha consumato la frattura, un manipolo di senatori e deputati lo ha seguito e ora la Destra italiana ha una speranza concreta di avvicinarsi a un qualche cosa di simile ad una CDU tedesca (iperbole).

Ora è il momento del PD! Deve riconquistare la fiducia dei suoi elettori e simpatizzanti, deve ridare credibilità al suo progetto politico e deve proporsi come forza innovatrice e progressista. Questo è essenziale per poter porre un argine vero al M5S, nella sua componente più estremista e per cooperare con quella più realista e moderata.

L’Italia, oggi, ha una possibilità in più di guardare al futuro con ottimismo: non facciamoci le scarpe da soli!



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