Le Dta sono iscritte a bilancio qualora l’esercizio venga chiuso in perdita oppure a seguito della presenza di differenze temporanee deducibili determinate dalla divergenza tra norme civilistiche e fiscali. Le Dta sono quindi una voce di bilancio rilevante soprattutto per i sistemi bancari dei Paesi periferici che negli ultimi anni hanno registrato un elevato grado di deterioramento della qualità del credito e che hanno quindi iscritto consistenti rettifiche su crediti.
L’INCIDENZA DELLE DTA
Poiché tali attività non sono nella piena disponibilità della banca, ma sono vincolate alla realizzazione di imponibili futuri (su cui riversare le differenze temporanee deducibili o le perdite fiscali), per le regole di Basilea 3 devono essere dedotte dal patrimonio di vigilanza. Un’elevata incidenza delle Dta nei bilanci bancari si traduce così in una penalizzazione sul piano della dotazione patrimoniale.
Con la ventilata conversione automatica in crediti di imposta, ovvero con una garanzia da parte dello Stato circa la loro esigibilità, le Dta diventerebbero smobilizzabili e, per questa via, concorrerebbero all’assorbimento delle perdite facendo venire meno l’esigenza di deducibilità.
I BILANCI DELLE BANCHE IBERICHE
Le imposte differite che attualmente si trovano nei bilanci delle banche iberiche sono circa 50 miliardi di euro. In caso di conversione in crediti di imposta gli analisti stimano che si avrebbe un incremento di core capital pari a 28 miliardi di euro, con un aumento di 100 punti base del core tier1 ratio di sistema, sebbene con effetti chiaramente non omogenei tra i diversi operatori. Anche nel caso di importi inferiori a quelli riportati la decisione del governo spagnolo rappresenta sicuramente un elemento positivo per il sistema bancario spagnolo.
L’ESEMPIO SPAGNOLO
In questo modo la Spagna si allineerebbe alle prassi prevalenti a livello europeo. Un’operazione del tutto analoga è stata per esempio compiuta anche dalle banche italiane nel 2011: il Decreto Milleproroghe (D.L. n.225/2010, convertito nella legge n.10/2011, art.2 quinquies) ha consentito di trasformare le attività per imposte anticipate relative a svalutazione crediti, al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali in credito di imposta nel caso in cui nel bilancio individuale della società sia rilevata una perdita di esercizio. Per le 13 banche quotate del campione Prometeia a giugno 2013 le Dta da inserire nel calcolo delle deduzioni al capitale (per i 13 gruppi italiani) ammontavano a 39.3 miliardi. Sui dati del I semestre 2013 il risparmio di capitale derivante dal beneficio del provvedimento “milleproroghe” è stimato pari a circa 17.5 miliardi.
Stime di Prometeia indicano che il beneficio della mancata deduzione delle Dta sul common equity ratio Basilea 3 (full impact) sarebbe superiore a 150 punti base.