La nota politica del gruppo di Forza Italia alla Camera questa mattina ribattezzava Matteo Renzi “Matteuccio I”. Ma in realtà è un altro il re che sembra prevalere oggi in Italia: re Giorgio. I disegni del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, rischiano di mettere i bastoni fra le ruote alle mire dell’imminente segretario del Pd.
Napolitano è da sempre uno strenuo difensore delle larghe intese e non ha cambiato idea ora che il partito di Silvio Berlusconi è uscito dal governo. Certo, ci sarà un passaggio parlamentare per verificare la nuova maggioranza, ha fatto sapere, ma nessuna crisi di governo né voto anticipato come richiesto da Brunetta & Co si intravedono nei suoi piani.
La strada appare già scritta e prevede un nuovo contratto che porti l’esecutivo dritto fino al 2015. E anche se Matteo Renzi assicura che lui non pensa alle poltrone ma al bene dell’Italia, è chiaro che questo orizzonte temporale può offuscare la luce che oggi lo investe.
Un rischio logoramento che il sindaco cerca di evitare alzando la voce, ripetendo a Letta che o si fanno le cose o “finish”, sbattendo in faccia ad Alfano l’ininfluenza dei suoi 30 parlamentari. Un atteggiamento lontano anni luce dalla pacatezza tante volte auspicata da Napolitano per il clima politico. Dal Quirinale per ora tutto tace ma sembra che le distanze tra il presidente della Repubblica e l’aspirante presidente del Consiglio siano destinate ad aumentare.