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Un cattolico del 18 aprile

Donat- Cattin e Sandro Fontana

È bene che non solo democristiani ricordino oggi Sandro Fontana, che è morto da poche ore a Brescia, all’età di 77 anni. Certo, come uomo politico la sua storia è tutta marcata DC (fu anche vicesegretario della Dc e militava nella corrente “Forze Nuove” fondata da Carlo Donat-Cattin) ma, come storico e docente universitario, Fontana appartiene al fronte dei “Cattolici del 18 aprile”. Quelli, cioè, che in quello “scontro di civiltà” che vide nel 1948 fronteggiarsi da una parte le forze nazionali e cattoliche e dall’altra quelle social-comuniste, ha visto l’Italia votare compatta per le prime, per essere però poi tradita da molti dei politici che ne hanno assunto, anche per miopia della Chiesa, la rappresentanza. E che l’hanno consegnata alla strategia dell’egemonia culturale delle sinistre.

Fontana era nato il 15 agosto del 1936 a Marcheno, in provincia di Brescia ed, eletto al Senato nel 1987 e nel 1992, era arrivato al Parlamento europeo nel 1994. Aveva ricoperto anche la carica di ministro per l’Università e la Ricerca nel Governo Amato (1992-93). A mio avviso, però, prima che le cariche politico-istituzionali, meritano di essere ricordate oggi le sue benemerenze di professore di Storia Contemporanea all’Università statale di Brescia. Molti i suoi interventi in difesa delle radici dell’identità religiosa e civile degl’italiani, per esempio ricordo il suo intervento sul Il 18 aprile e la Democrazia Cristiana al grande Convegno organizzato a Milano il 26 e 27 novembre 2004 dal titolo “Il 18 aprile 1948. La Chiesa, le forze politiche e la società civile”, organizzato all’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale (ISIIN) in collaborazione con l’Istituto di Storia Moderna della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Oppure l’importante libro da lui curato intitolato “Il comunismo nella storia del Novecento. Il caso sovietico e quello italiano”, pubblicato nel 2004 da Marsilio insieme alla Fondazione Luigi Micheletti.

Ricordiamo, quindi, il Fontana cattolico forte e coerente, l’uomo di cultura, il politico sempre impegnato seriamente e con disinteresse, meno il fondatore del CCD (Centro Cristiano Democratico) e successivamente il dirigente dell’UDC. Insomma, lo ricordiamo per le cose che restano, per l’uomo, per il cattolico “vecchio stampo”, che ha saputo dare nella sua vita un esempio di serietà e di rettitudine nei diversi ambiti in cui ha impegnato le sue non comuni doti.

 



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