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Yellen, Lagarde, Von Der Lyen, quando la finanza è donna

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Pierluigi Magnaschi, direttore del quotidiano Italia Oggi.

Mentre in Italia l’assalto al cielo da parte delle donne è purtroppo rappresentato dalle sette nominate nel comitato direttivo di Matteo Renzi (che, per caratura ed esperienza, assomigliano a delle hostess che sono state invitate a prendere i comandi del jumbo, tanto sono carine e pure simpatiche) altrove, nel mondo, l’assunzione di potere vero (e non solo estetico o di dedizione) da parte di donne competenti e affidabili sta crescendo impetuosamente. E non certo per posti di seconda fila.

Ricordo con raccapriccio che solo sei mesi fa (in pieno 2013, dunque) a un vertice dei governatori delle banche centrali dei paesi a economia di mercato dei paesi più importanti del mondo, erano stati ripresi, in fila, solo otto uomini, uno dietro l’altro. Adesso il panorama cambia radicalmente, come se una molla lungamente bloccata dalle presunzioni di un sistema prevenuto e ingessato, fosse stata improvvisamente liberata.

Innanzitutto «l’uomo più importante del mondo» (il presidente della Federal reserve, l’americana Fed) sarà fra poco una donna: Jannet Yellen, che sostituirà Ben Bernanke. Inoltre, al vertice del Fondo monetario internazionale c’è da tempo la francese Christine Lagarde. Adesso poi, approda nel direttorio della Banca centrale europea (Bce) la tedesca Sabine Lautenschlänger che, attualmente, è vicepresidente della Banca centrale tedesca (Buba). Intanto arriva a dirigere il delicatissimo Istituto di regolazione europeo della banche (sempre nell’ambito della Bce) la francese Danielle Nony.

Negli Stati Uniti inoltre è stata espugnata una fortezza metalmeccanica, più maschile che mai, e da sempre. Proprio in questi giorni infatti è diventata ceo delle General Motors Mary Barra. In Germania inoltre entra in modo preminente nell’appena formato governo di grande coalizione e nel ruolo delicatissimo di ministro della difesa Ursula von der Lyen, che non è una ragazza simpatica (pur essendo di gran classe e avendo sette figli) ma è l’ex ministro del lavoro e degli affari sociali ed è da tutti ritenuta il naturale successore di Angela Markel alla prossima legislatura.

Per fortuna, anche in Italia qualcosa si muove ma non certo per merito della politica ma solo per merito delle donne: nei giorni scorsi l’università Cattolica ha conferito il premio Gemelli ai suoi 14 migliori neolaureati. Tredici di essi sono donne.



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