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Chi è Baucus, l’uomo che Obama vuole come ambasciatore a Pechino

Max Baucus, senatore del Montana, è indicato come la scelta del presidente Barack Obama come nuovo ambasciatore statunitense a Pechino. Settantadue anni, democratico, presidente del comitato per le Finanze del Senato con sei legislature alle spalle, potrebbe prendere il posto di Gary Locke, dimessosi due mesi fa, con una decisione che aveva colto molti di sorpresa.

DIVERSE REAZIONI
L’ipotesi Baucus, che ha già annunciato non correrà per un nuovo mandato al congresso nel 2014, ha suscitato reazioni di diverso tenore. Max Fischer del Washington Post sottolinea come la scelta di una figura con poca esperienza sulla Cina spieghi molto del cosiddetto pivot asiatico dell’amministrazione statunitense, ossia del riposizionamento strategico nella regione dell’Asia e del Pacifico.

UNA SCELTA FORTE
“È una scelta forte” spiega al contrario Jon Huntsman, che servì come ambasciatore nella capitale cinese tra il 2009 e il 2011, prima di tentare la corsa alle presidenziali. Baucus non è completamente digiuno di rapporti con Pechino. Negli anni Novanta del secolo scorso fu tra i sostenitori dell’ingresso della Repubblica popolare nell’Organizzazione mondiale del commercio.

APERTO AL DIALOGO
Il blog China Real Times del Wall Street Journal lo ricorda come uno dei primi parlamentari statunitensi a spingere per normalizzare i rapporti con Pechino. Nel 2002 descrisse la necessità di relazioni commerciali normali con i cinesi come essenziale “per lo sviluppo un ambiente tra i due Paesi nel quale coinvolgere la Cina per discutere in modo significativo della sicurezza regionale e globale”.

LE VISITE IN CINA
Il South China Morning Post ricorda inoltre le otto visite oltre Muraglia, l’ultima nel 2010, durante la quale incontrò l’allora vicepresidente Xi Jinping, oggi al vertice del potere a Pechino. Baucus ha avuto anche la presidenza della commissione congressuale sulla Cina, di cui fa ancora parte, organismo considerato spesso critico con Pechino in materia economica e di tutela dei diritti umani.

ALCUNE CRITICHE
Lo stesso Baucus è ricordato per le critiche alla Cina in tema di moneta, con le esportazioni cinesi che godono del renminbi tenuto basso. A giugno fu inoltre tra i senatori a contestare il piano della Shuanghui di acquistare la SmithfiledFood, colosso Usa della produzione e lavorazione della carne di maiale.

I DUBBI SULL’INESPERIENZA
Sulle valutazioni pesano tuttavia i timori per l’inesperienza nelle questioni di sicurezza, appena lo scorso novembre una nave cinese e una statunitense hanno rischiato la collisione. Gli Stati Uniti si sono schierati inoltre con Giappone e Corea del Sud nel contestare l’imposizione di una zona di identificazione aerea nel mar cinese orientale che include tratti di mare e isole contese con Seul e Tokyo.

IL PIVOT ASIATICO
D’altronde il pivot asiatico è considerato un modo per contrastare l’influenza di Pechino nel Pacifico. Da parte di Pechino bastano le parole di Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino secondo cui i cinesi accoglieranno con favore chiunque sosterrà la fiducia reciproca tra i due Paesi,


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