Correva l’anno 1936 e in Spagna infuriava la guerra civile tra i Republicanos del Frente Popular e i Nacionales del generale Francisco Franco, che instauro’ il fascismo nella penisola iberica, aiutato da Hitler e Mussolini.
Da Radio Barcellona il socialista liberale Carlo Rosselli lanciava l’appello: ‘Oggi in Spagna domani in Italia…compagni italiani, ascoltate. E’ un volontario italiano che vi parla. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta”.
Siamo nel 2013 e nella Spagna del cattolico Mariano Rajoy, tornano con le norme repressive del Regime di Franco, divieto di proteste, di cortei, di sit-in, le restrizioni al ricorso dell’aborto introdotto nel 2010 con la ‘Legge sulla Salute Sessuale e Riproduttiva e sull’Interruzione Volontaria della Gravidanza’ del socialista laico José Luis Rodriguez Zapatero, che pose la legislazione spagnola all’avanguardia in Europa. La contro-riforma di Rajoy, che ha scatenato proteste accese nel Paese, cancella di fatto la possibilita’ dell’aborto entro le prime 14 settimane e non fa riferimento neanche ai casi di malformazione del feto.
Da Bruxelles, il Presidente del gruppo ‘Socialisti e Democratici’ al Parlamento europeo, Hannes Swoboda lancia l’appello ai “governi nazionali” della Unione europea, invitandoli ad “[…] abbracciare le liberta’ e i diritti dei loro cittadini invece di limitarli come vogliono i conservatori […] invece di limitare l’aborto, dobbiamo rafforzare i diritti delle donne […] dobbiamo ricordare che siamo un’Europa di progresso e non di regressione”.
Allora nel 1936, Carlo Rosselli, autore di ‘Socialisme liberal’ bollato dallo stalinista e clericale Palmiro Togliatti con “magro libello antisocialista” scritto da “un ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia”, era gia’ in Spagna dalla parte dei Republicanos del Frente Popular mentre in Italia appariva, firmato da Palmiro Togliatti, “l’Appello ai fratelli in camicia nera [..] Diamoci la mano, figli della Nazione italiana! Diamoci la mano, fascisti e comunisti, cattolici e socialisti […] Diamoci la mano e marciamo fianco a fianco per strappare il diritto di essere dei cittadini di un paese civile quale è il nostro”.
Per aver anzitempo compreso e denunciato, coerente con il suo pensiero “[…] credo di essere un uomo medio che ha le sue convinzioni profonde e che le baratta per niente al mondo”, la violenza intrinseca nel fascismo, Antonio Gramsci, in rotta con il suo partito che aveva sposato lo stalinismo e il Concordato del 1929 tra la Chiesa e l’Uomo della Provvidenza, Benito Mussolini, che elevo’ nel 1947 con l’art.7 a norma costituzionale, marciva in carcere. Analoga sorte capito’ al liberale Piero Gobetti, un rivoluzionario che presto si emancipo’ dal finto antifascista di Benedetto Croce, come al socialista Giacomo Matteotti: entrambi caddero sotto i colpi mortali delle squadracce fasciste! E Carlo Rosselli insieme al fratello Nello fini’ assassinato da sicari di Mussolini a Bagnoles-de-l’Orne, nel 1937.
Oggi, nel 2013, l’aria che si sta respirando e’ greve, pesante e non lascia tranquilli: sembra essere piu’ in sintonia con l’orrendo clima del passato che con quel grande cambiamento degli anni 60-70 dovuto alle riforme di civilta’ del divorzio e dell’aborto, dello Statuto dei Lavoratori e della scuola media unica, della nazionalizzazione dell’energia elettrica e della ospedalizzazione pubblica. E in Spagna per le grandi conquiste con il governo Zapatero dei diritti civili: aborto, divorzio, unioni civili. Insomma, si puo’ dire che una nuova Resistanza laica e socialista e’ gia’ nelle cose.