Chi esulta troppo per il voto dell’assemblea di Mps che ha bocciato l’aumento di capitale voluto dai vertici dell’istituto senese potrebbe presto pentirsi.
GLI ATTRITI PROFUMO-MANSI
Sia le posizioni di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, che spingevano per un aumento di capitale da 3 miliardi in tempi ristretti per sfruttare le condizioni favorevoli di mercato, sia le valutazioni della fondazione Mps presieduta da Antonella Mansi contenevano aspetti di ragionevolezza.
FATTORE TEMPO
Ma, come suol dirsi, il tempo è denaro. E spostare a maggio l’aumento di capitale per rimborsare i Monti Bond avrebbe comportato un onere maggiore per la banca e avrebbe dato tempo alla Fondazione di trovare, forse, una soluzione per evitare di diluirsi nel capitale non avendo le risorse necessarie per partecipare alla ricapitalizzazione.
NESSUNO BRINDI PER IL VOTO
Con il programma di test in fieri a livello europeo, e con il forcing occhiuto e asfissiante di Bruxelles sul piano di ristrutturazione (con qualche attenzione di troppo rispetto ad altre banche di altri Paesi, come Formiche.net ha avuto modo di stimmatizzare), traccheggiare avrebbe comportato più incertezze che certezze, in uno scenario in cui non ci sono le condizioni per poter brindare troppo a Siena.
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