Investire nelle aziende che forniscono servizi legati a bitcoin è preferibile rispetto a lanciarsi direttamente nell’uso della valuta elettronica. È quanto ha fatto Li Ka-shing, uomo più ricco dell’Asia, con la decisione di investire in BitPay, sistema di pagamento paragonabile a PayPal la società che offre servizi, di pagamento online e di trasferimento di denaro tramite Internet, dal 2002 controllata da eBay.
“Così come in passato si facevano soldi con la vendita di vanghe e picconi per cercare l’oro invece di investire direttamente nelle miniere, oggi si investe nelle attività periferiche generate da bitcoin”, spiega John Greenwood, economista capo di Invesco, citato dal South China Morning Post.
Il magnate di Hong Kong ha finanziato la start-up di Atlanta attraverso la società di venture capital Horizon Ventures. Come riferito dalla portavoce di BitPay a TechCrunch, la società di Li e Founders Fund sono parte di un gruppo di investitori che al momento hanno già messo 2,7 milioni di dollari nell’iniziativa. Mancano tuttavia i dettagli dell’operazione che coinvolge la Horizon Ventures.
La lezione che Greenwood trae dall’interessamento di Li alla criptovaluta (chiamata cosi perché richiama la crittografia) è riassunta da Tech in Asia: investire nelle infrastrutture e nei servizi per la moneta elettronica senza prendersi il rischio di comprare moneta. Rischi che nelle scorse settimane hanno spinto gli istituti centrali indiano e cinese a esortare alla prudenza per il rischio di riciclaggio e di sicurezza o, nel caso della People’s Bank of China, a vietare alle banche di usarlo, divieto esteso anche a piattaforme terze che svolgono servizi si pagamento. Divieti da cui sono esclusi i privati.
Ideata nel 2009 su iniziativa di un programmatore di nome Satoshi Nakamoto, forse un nome collettivo, bitcoin è oggi la più nota moneta virtuale e decentralizzata. Si tratta di una forma open-source e peer-to-peer di pagamento, effettuata tramite un programma client sul proprio computer o dispositivo o attraverso un servizio online. L’altro principio base è l’uso di un sistema crittografico forte per garantire le transazioni.
Lo scorso 27 novembre il bitcoin ha segnato un nuovo record, il prezzo ha toccato quota 1.200 dollari secondo le rilevazioni di Mt. Gox, una delle principali piazze online per la valuta virtuale. All’inizio del mese stava poco sopra i 200 dollari. Una fluttuazione del prezzo che ha portato la moneta alla ribalta. In questo contesto di boom la Cina non fa eccezione, anche perché permette di aggirare i controlli sulla circolazione di capitali.
Come segnalato da Wired, Btc China, la principale borsa locale, genera il 35 per cento dei traffici mondiali. Per quanto riguarda Hong Kong, il governo locale non ha ancora varato regole definitive, sebbene i politici abbiamo chiesto cautela agli investitori.