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Come si diventa il sindaco più amato. Parla Cattaneo

I dettagli dell’intervista a volte rivelano molto dell’intervistato. Nel giorno in cui il “governance poll” del Sole 24 Ore lo incorona sindaco più amato d’Italia, Alessandro Cattaneo non è certo impegnato a festeggiare. Accetta di parlare con Formiche.net ma l’orario dell’appuntamento telefonico slitta più volte, fino alle 20.10. Dopo una giornata intensa di riunioni e incontri, il primo cittadino di Pavia ora è pronto a tornare a casa a bordo della sua Vespa blu, “altro che auto blu”, dice.

Sindaco, qual è il segreto di questo successo?
Il grande lavoro, la concretezza, la sobrietà. Bisogna dare dignità al marciapiede, alla buca per terra ma anche avere il coraggio di rompere i sistemi consolidati come per esempio abbiamo fatto noi con la cultura. Mostre come quella di Renoir e Monet sono costate un terzo rispetto a prima. E poi abbiamo dimezzato i dirigenti, le consulenze. Bisogna avere i piedi per terra.

Se lo aspettava questo risultato?
Fa piacere soprattutto perché arriva a fine legislatura. All’inizio può esserci una luna di miele tra il sindaco e la sua città, adesso è un riconoscimento delle cose che sono state fatte. Ma l’unico vero sondaggio sarà vincere alle prossime amministrative in primavera.

Ha accantonato le mire nazionali?
Mi pare che adesso vada di moda stare fuori dal Parlamento e quindi mi sono adeguato. A parte gli scherzi, l’importanza di una istituzione non la fa l’istituzione in sé ma come la ricopri. Fare il sindaco è una fatica massacrante ma è impagabile il rapporto diretto che si ha con il proprio elettorato. C’è chi lo vede come una diminutio. Io no.

Che ne pensa del suo “collega” Renzi ora alla segreteria del Pd?
Ho sempre parlato bene di lui. Anche se appartiene a un campo diverso dal mio, penso che rappresenti una speranza per il Paese.

E’ lei l’anti-Renzi come dice il Foglio?
Io do’ il mio contributo e sono felice che anche noi, seppur con modalità diverse, stiamo avviando un percorso di rigenerazione. Mi auguro che questo riconoscimento sia un segnale di incoraggiamento anche per la mia area politica.

Già pensato alla prossima campagna elettorale?
Onestamente la mia campagna è iniziata il giorno dopo le elezioni nel 2009. È difficile per me immaginare qualcosa di diverso rispetto al lavoro e ai rapporti che ho portato avanti in questi anni. Posso avere detto dei no, ma ci sono sempre stato. E i pavesi lo sanno. Per questo affronterò questa campagna a testa alta.



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