Dopo la grana De Girolamo, difesa male a Ballarò dalla nervosa collega Bea Lorenzin, Angelino Alfano ha pareggiato il goal, segnato da Matteo Renzi, grazie all’avviso di garanzia, affibbiato a Davide Faraone, PD, renziano, per il presunto reato di peculato.
Ma, nella partita tra il capo del PD e il diversamente berlusconiano statista di Agrigento, il Sindaco di Firenze si è riportato stamane in vantaggio.
Infatti, il ministro dell’Interno è finito nei guai per una telefonata, intercettata nel 2011, con il costruttore, condannato, don Totò Ligresti. Prima della Cancellieri, Angelino telefonò al finanziere siciliano, buon amico anche dei La Russa, postulando delle case per alcuni amici.
E, stamane, in una vignetta, “Il Fatto Quotidiano” ha disegnato Alfano, che al telefono dice a Ligresti : “Scarcerare tua figlia Giula ? E che ci vuole ? La metto sul primo volo per il Kazakistan !” …
Intanto, ad aggravare la posizione di Nunzia, ha provveduto un dirigente del reparto di psichiatria dell’Asl di Benevento : “La allora deputata del Cav.mi telefonò, chiedendomi di sostenerla, al congresso del Pdl, in cambio della direzione sanitaria ! “.
Insomma, un quadro sconfortante, sul quale, ci auguriamo il più presto possibile, Letta, confortato da Napolitano, prenda una posizione ferma, invitando alle dimissioni la ministra campana, bocciata come “priva di stile” da Renzi al contrario della democrat Idem che, per una vicenda meno grave, lasciò l’esecutivo delle “fragili intese”.
Forse gli ex Pdl, passati con NCD, staranno dicendo : pensavamo che, mollando nonno Cav., media e toghe ci avrebbero lasciato tranquilli. Sbagliavamo. E di grosso.
La “questione immorale” rischia di travolgere il tutt’altro che coeso governo. E ha ragione Renzi-che deve dimostrare di non essere un erede dei dorotei-quando boccia il “rimpasto” come “roba vecchia da Prima Repubblica”.
Pietro Mancini